di Brigida Vicinanza
Fonderie Pisano e il mistero del sito per la delocalizzazione. Alla ricerca ancora una volta di chiarimenti, i lavori dello stabilimento di Fratte, che nonostante la riapertura per i controlli temono per il proprio futuro. E proprio questo pomeriggio si discuterà di futuro e di eventuali ammortizzatori sociali, per scongiurare la peggiore delle ipotesi, di rimanere senza lavoro definitivamente. Sindacati e proprietà si incontreranno ancora una volta attorno a un tavolo per capire se la delocalizzazione avverrà e quando. Nonostante la presentazione di un progetto ufficiale infatti, messo sul tavolo ministeriale a Roma circa un mese fa, non si è ancora fatta luce su quale sarà realmente il territorio che ospiterà l’opificio. “Non possiamo attendere in eterno”, sottolinea Anselmo Botte, rappresentante della Cgil che ora pare stia per mettere alle strette i Pisano per avere definitivamente il nome della località o del territorio dove i lavoratori potranno lavorare. “A noi serve sapere quale sarà il posto della delocalizzazione perché dobbiamo dare risposte a circa 150 operai e alle loro famiglie che non stanno vivendo un bel momento. Ci hanno sempre detto che il sito c’è, ma continuiamo a non spiegarci perché non è stato palesato”. Se il progetto è stato dunque presentato e l’accordo è stato trovato, i Pisano non dovrebbero temere più nulla, ma pare non sia così: “Ci aspettavamo di essere informati proprio durante il Tavolo ministeriale a Roma, ma così non è stato. Probabilmente per paura di trovare ulteriori ostacoli anche sul nuovo territorio, ma la situazione rimane comunque in bilico e ora è il momento di capire la verità e lo stato della situazione”, continua Botte, che poi ha concluso:n “Abbiamo bisogno di chiarezza anche per comprendere se è possibile accedere a degli ammortizzatori sociali per gli operai”. Per ora l’opificio rimarrà a forni accesi almeno per due settimane per permettere all’Arpac di effettuare i nuovi rilievi, ma i residenti e i comitati continuano incondizionatamente nella lotta. Non è bastato il numero whatsapp messo a disposizione dalla stessa proprietà per le segnalazioni. Il centralino dei Carabinieri del Noe infatti continua a squillare per le denunce dei cittadini della Valle dell’Irno, che a quattro giorni dalla riapertura dei cancelli in via dei Greci, hanno chiuso le loro finestre. Fumi e odori nauseabondi arrivano anche al centro città e nei quartieri adiacenti all’opificio. La resa dei comitati è ancora lontana e ora la battaglia comincia a prendere piede anche per i sindacati e gli operai, che vogliono a tutti i costi sapere per il futuro. I Pisano sono tra due fuochi e dovranno decidere presto il destino dello stabilimento, in attesa che l’Arpac comunque dia o meno un responso chiarificatore.