di Red.Cro.
Come era prevedibile, dagli studenti e dalle scuole del Vallo di Diano parte il grido di protesta più credibile contro la chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale Luigi Curto di Polla. Il Liceo Scientifico Carlo Pisacane di Padula ha fatto sentire la propria voce e manifestato la propria contrarietà attraverso lo slogan “Io sono nato a Polla”, riportato su cartelloni e striscioni preparati dagli alunni di tutte le classi ed esposti nel cortile dell’istituto. “Una frase, hanno fatto sapere dal liceo padulese, che suona come la ferma convinzione di rivendicare il proprio diritto a nascere nel territorio del Vallo di Diano, contro qualsiasi tentativo di emarginare le aree interne privandole dei servizi essenziali. Ma anche contro l’applicazione cieca di una legge che non tiene conto delle specificità e delle esigenze delle famiglie del territorio che in questo modo saranno obbligate ad andare altrove alimentando il fenomeno della cosiddetta “migrazione sanitaria”. Disparità di trattamento ed ingiustizia è emerso sostanzialmente questo, dall’incontro tra i sindaci del Vallo di Diano presso la sede di Padula della Comunità Montana Vallo di Diano, in merito alla possibile chiusura del punto nascita dell’Ospedale Luigi Curto di Polla. Durante la conferenza, si è deciso di stilare un documento da indirizzare al Ministero della Salute che esprima dissenso alla chiusura di un altro servizio alla comunità valdianese. Insomma, anche se in ritardo sembra che la debole classe politica del territorio alza la voce e mostra i flaccidi muscoli perché il teatrino della politica locale ripete, come sempre in ritardo, le stesse ormai notorie routine dei tavoli di concertazione e dei documenti di protesta per l’ennesimo servizio soppresso. Come di consueto è anche cominciato il balletto di responsabilità, perché chi guida la Regione Campania e chi regge il Governo Nazionale ed il Ministero della Salute prosegue senza vergogna l’indecente rimpallo di responsabilità. Protesta che rimbalza anche sui social network, con le solite spesso volgari prese di posizione dei leoni di tastiera, a cui poco importa rimediare ai problemi: l’importante è attribuire colpe e gettare fango su chi la pensa diversamente. La realtà è sotto gli occhi di tutti: chi ha più polvere spara, e come sempre accade tra Vallo di Diano, Golfo di Policastro e Vallo della Lucania è quest’ultimo il territorio che riesce a farsi tutelare meglio, almeno per quanto riguarda la Sanità. Così era prima, e così sembra essere adesso. Nel Vallo di Diano e nel vicino Tanagro, in 18 comuni, nel 2017 i nati sono stati 452. I nati all’Ospedale Luigi Curto di Polla sono stati 345, ma se c’è una migrazione sanitaria è sicuramente verso la Basilicata ed in particolare Lagonegro, non certo verso Vallo della Lucania. Se le potenzialità di questi 18 comuni (Vallo di Diano + Tanagro) si avvicinano alle 500 nascite, bisognerebbe interrogarsi su questa migrazione sanitaria, consultare le mamme e le famiglie, magari migliorare (se necessario) il servizio del Punto Nascita pollese, non certo sopprimerlo. Perché altrimenti a pagare colpe di altri saranno sempre i cittadini. Con questo provvedimento di chiusura, il trasferimento delle nascite in Lucania invece che nella conterranea Battipaglia rischia di diventare praticamente totale con un dispendio di risorse economiche. In fondo territori come Vallo di Diano, svantaggiati per tanti motivi, prima di tutto infrastrutturali, andrebbero considerati come isole, e d’altra parte è quanto si sta facendo con il progetto delle aree interne. Che vorrebbe evitare lo svuotamento dei comuni valdianesi: ma come si può solo pensarlo, se la “migrazione” inizia fin dalla nascita? Un vero paradosso e anche una colossale presa in giro, e per questo l’indignazione sale nella comunità civile, ed anche nelle scuole, tra i giovani e gli studenti, a cui si rischia di consegnare un territorio sempre più svuotato di tutto, e ai quali si sta sottraendo il futuro.