di Aniello Salzano*
Permettetemi una brevissima riflessione sul percorso e sulla meta di questa nostra aggregazione politica. Essa riguarda l’impegno dei moderati e dei cattolici oggi a fare politica nel nostro Paese, in questa congiuntura storica e culturale. E quando parlo di cattolici mi riferisco a chi ha militato nella D.C., un partito la cui storia è irripetibile, a chi si ispira ai principi e ai valori che furono proprio di quel partito. Inoltre se i moderati possono ancora trovare spazio nell’attuale panorama politico e tornare ad esserne forza centrale. In un momento in cui ci si accorge che manca però la politica, cioè la capacità di avere una visione globale della persona, della società, del mondo, in un momento in cui le ideologie sono sepolte, in una contingenza storica in cui più che l’assenza di qualcosa c’è il vuoto. Penso che i cattolici, e quando parlo dei cattolici mi riferisco soprattutto a quei cattolici-democratici che già sono impegnati attivamente nella politica, debbano di nuovo tornare ad essere protagonisti nella realtà sociale e politica del Paese, riconquistare lo spazio naturale che spetta ai moderati, quello spazio che rappresenta un’alternativa alla sinistra massimalista ma anche ai populismi di destra, invitando i giovani ad impegnarsi, a prendersi le loro responsabilità, sapendo tutti che per guardare lontano, il futuro, bisogna avere un passato. Che è quello che noi abbiamo e di cui possiamo essere fieri ed orgogliosi. Noi sappiamo anche che per incoraggiare una prospettiva politica occorre individuare un percorso e una meta, essere capaci di elaborare un progetto e una proposta nell’interesse del Paese, consapevoli poi come siamo che l’assenza di partiti determina un vulnus alla democrazia liberale. A Salerno abbiamo pochi mesi fa voluto provarci mettendo in campo una nostra lista di Popolari e Moderati, che ha riscosso un buon successo, e il cui slogan era: “Partiamo da lontano per andare lontano”. Nello spot abbiamo richiamato i nostri riferimenti don Sturzo, De Gasperi e Moro. Essi sono stati dei giganti e noi, che rispetto a loro siamo nani, sulle loro spalle però possiamo guardare lontano. Essi ci hanno indicato il percorso e la meta! Ci hanno dato un’identità culturale e politica. Noi abbiamo dimostrato di avere un background culturale cui far riferimento, un ancoraggio politico cui collegarci e far appunto riferimento. Abbiamo potuto constatare che c’è lo spazio politico per i moderati e per i cattolici il cui rigore dei principi morali non è vero – come spesso si sente dire- sia incompatibile con una moderna e realistica gestione del potere. I Moderati e i cattolici impegnati in politica in tanti anni hanno dimostrato di non essere secondi a nessuno per quanto riguarda poi il senso delle Istituzioni e dello Stato, di quello Stato che abbia però nella sua dinamica il principio del bene comune, il rispetto della persona, che si apra alla collaborazione internazionale. E’ l’ideale di Stato che i cattolici democratici in Italia hanno contribuito a scrivere e ad erigere. Cari amici, i moderati ci sono! L’Italia non è un Paese di arrabbiati, di famelici giustizialisti, di urlatori, è invece un Paese di gente generosa in cui i moderati possono fare una pacifica controrivoluzione e devono cogliere l’occasione che il momento attuale gli offre. Però per riprendere il cammino interrotto occorre dimostrare di essere capaci, intelligenti, inclusivi e in grado di federare i tanti spezzoni che sono al centro, ricompattare quella vasta area che comprende i Riformisti, i liberali, e i cattolici e soprattutto far valere il buon senso. *Coordinatore e fondatore di Moderati e Popolari