Emanuele Landi
Dopo aver inviato nei giorni scorsi una lettera indirizzata al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Baronissi Gianfranco Valiante e il primo cittadino di Pellezzano Francesco Morra, sono tornati a parlare richiedendo la più urgente delocalizzazione delle Fonderie Pisano. Nella conferenza stampa, che si è tenuta nella mattinata di ieri, al Palazzo di Città di Baronissi, i due amministratori dei comuni hanno tenuto a ribadire l’obiettivo di una celere delocalizzazione, magari in un’area come quella di Buccino meno industrializzata e urbanizzata come l’attuale sede a Fratte, o di una messa a norma dell’azienda per salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, dei residenti delle zone limitrofe e dell’ambiente. A prendere per primo la parola è stato Francesco Morra: «E’ troppo tempo che i Comuni della Valle dell’Irno vivono una situazione di disagio e profonda difficoltà per via delle Fonderie Pisano. Siamo arrivati al limite della sopportazione per i lavoratori che sono preoccupati per il proprio futuro professionale ed allo stesso tempo la preoccupazione riguarda anche lo stato di salute dei residenti e dei dipendenti delle Fonderie, messo in pericolo dalla presenza di alcuni metalli potenzialmente tossici, riscontrati nel sangue attraverso uno studio epistemologico. I diritti della salute e del lavoro – ha proseguito Morra – sono primari e proprio per questo occorre velocizzare questo processo di delocalizzazione, visto che la zona non è urbanisticamente compatibile con l’azienda, considerato il forte tasso di urbanizzazione e dalla presenza del centro commerciale “Le Cotoniere”. Il trinomio sanità-salute-lavoro è ciò che ci spinge a cercare di risolvere quest’emergenza che va avanti da anni». «Parliamo a nome di 30mila cittadini – così ha esordito il sindaco di Baronissi Valiante – (abitanti di Baronissi e Pellezzano) che chiedono certezza. Non siamo qui per dare giudizi ma ad incentivare le istituzioni affinché si muovano per la salute dei cittadini. Vogliamo sollecitare la Regione ad ascoltare la voce delle 132 famiglie dei lavoratori e dei 30mila cittadini, compresi quelli di Salerno. Il muro contro muro non ci appartiene perché non ci possono essere un vincitore e uno sconfitto. L’obiettivo è trovare un’area, un nuovo sito dove delocalizzare un impianto di ultimissima tecnologia che consenta ai dipendenti di continuare col proprio lavoro. La Fonderia, attraverso una nota, ha escluso ogni tipo di danno proveniente dall’attività industriale, ma noi vogliamo risposte su ciò che è e ciò che sarà per dare certezze al comune ed alle nostre città». In conferenza è intervenuto anche Lorenzo Forte, portavoce del Comitato Salute e Vita: «Questa problematica va a condizionare e rovinare la vita a circa 100mila persone, ossia i cittadini della Valle dell’Irno e di Salerno, considerato che l’odore nauseabondo e la polvere nera raggiungono infatti anche la stazione di Salerno. La Regione Campania ha certificato, nel novembre del 2015 e nel maggio del 2016, con delle relazioni rilasciate dall’Arpac che «vi è un immediato pericolo per la vita e per l’ambiente» a causa delle molestie olfattive nonché dall’accumulo di polveri neri metalliche rilasciate dalla Fonderia Pisano. In attesa della conferma dei risultati è stata anche confermata in maniera provvisoria la presenza di residui di metalli nel sangue. In tanti si sono ammalati nella Valle dell’Irno e perciò noi vogliamo che sia i cittadini, che i lavoratori vittime di questo mostro smettano di essere avvelenati». Ema