di Erika Noschese
Nella giornata dei diritti umani – che ricade quest’oggi – una storia di dignità calpestata che viene fuori dalla casa circondariale di Salerno. In carcere da diverso tempo, non ha più nessuno. Tutta la sua famiglia era sua madre, venuta a mancare lo scorso 2 dicembre. Da allora, le è crollato il mondo addosso. Maria, nome di fantasia per rispetto della privacy, dal giorno della scomparsa della mamma cerca di sopravvivere come può ma su di lei ricade il peso del suicidio. Le sue compagne di cella sono preoccupate perchè lei ha più volte affermato che la sua vita non ha senso; così, hanno stabilito dei turni, nelle ore diurne e notturne, per non lasciarla mai sola: tre ragazze alla volta le tengono compagnia al mattino, il pomeriggio e – alternandosi – anche la notte, dormendo accanto a lei per non farla sentire mai sola. Maria prima poteva contare sull’aiuto della mamma anche per qualche soldo che le permetteva di acquistare tutto ciò che le occorreva all’interno della struttura carceraria. Ad oggi, tutto è cambiato: solo le associazioni di volontariato presenti al carcere le danno un aiuto concreto ma si tratta di poco più di 20 euro al mese. Una storia che ha colpito anche il consigliere regionale del Psi Enzo Maraio in visita, ieri mattina, alla casa circondariale di Salerno per fare il punto della situazione insieme al segretario nazionale Enrico Maria Pedrelli e il responsabile nazionale diritti civili e sociali Vittorio Cicalese. Una nota positiva è dettata, invece, dalla totale assenza di bambini all’interno della casa circondariale, nonostante la presenza di circa 43 in tutta la struttura. Nel corso dell’ispezione i socialisti hanno visitato i detenuti del reparto di alta sicurezza, la sezione femminile per l’appunto e i detenuti in semi libertà. «Ho trovato un clima molto favorevole di tranquillità e serenità tra i detenuti e anche in alcuni casi di grande collaborazione tra chi può permettersi e chi no determinate cose all’interno delle singole celle – ha dichiarato il consigliere regionale Maraio – Ho trovato una condizione davvero favorevole e migliorata grazie alla collaborazione della direzione del carcere – e dunque il direttore Martone – anche con tutta la rete di associazionismo e volontariato che gira intorno al carcere e che consente ai detenuti di non stare mai soli». Una visita nel complesso positiva, dunque, nonostante le tante problematiche riscontrate all’interno della casa circondariale e di cui si parla sempre troppo poco.
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