Vincenzo Senatore
E’ guerra all’interno della famiglia Pergola, nota per le sue attività nel campo delle imprese funebri. Ieri mattina in piazza Nicotera si sono incontrati per un chiarimento Pierpaolo e Mimmo, nipote e zio. Dalle parole si è passati in poco tempo alle mani e Pierpaolo ha picchiato il parente. Solo l’intervento di alcuni passanti ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. Sul posto è giunta un’ambulanza del servizio 118 e anche le forze dell’ordine che hanno provveduto ad accertare cosa fosse accaduto. Alla base del dissidio un esposto che Mimmo Pergola ha presentato al Comune di Salerno contro il nipote, documento di cui parliamo diffusamente nell’articolo qui a lato. Un’azione che Pierpaolo ha preso come un affronto e che ha fatto evidentemente esaperare dei dissaporti che già c’erano tra i due. Di qui la richiesta di chiarimento che però ha solo peggiorato le cose. Ma non è finito tutto a piazza Nicotera perché al Pronto Soccorso, dove Mimmo è stato trasportato, si è scatenata una ulteriore rissa. Sul posto è infatti arrivato il genero e si è scagliato contro Biagio Pergola, fratello di Pierpaolo, giunto all’ospedale forse per capire cosa fosse accaduto. All’interno della famiglia adesso è guerra e tutto è da ricondurre alla questione delle autorizzazioni ad operare per le imprese funebri. Una questione che sta tenendo banco in queste settimane e che Cronache ha seguito passo dopo passo fin dall’inizio. Da verificare adesso gli strascichi dell’aggressione perché pare che Mimmo abbia sporto denuncia per aggressione contro il nipote, anche se la circostanza fino a ieri sera non trovava conferma nelle verifiche effettuate. Fosse davvero così si aprirebbe un ulteriore fronte di scontro all’interno della famiglia, stavolta però come indiretta conseguenza di quella che si configura sempre di più come una guerra per motivi economici. L’episodio di ieri mattina ha comunque fatto immediatamente il giro degli ambienti imprenditoriali legati ai servizi funebri e molti sono rimasti negativamente impressionati dalla piega che sta assumendo la vicenda delle autorizzazioni. Si rischia una sorta di guerra tra poveri consumata, peraltro, sulle spalle dei cittadini e degli utenti che, a causa di queste beghe, oltre al dolore per la perdita quando sono costretti a rivolgersi a queste attività rischiano anche di avere un servizio di scarsa qualità. Purtroppo lo scontro tra i Pergola è destinato a non rimanere un episodio isolato.
La richiesta “Fermate le attività di mio fratello, sono fuorilegge”
Domenico Pergola ha indirizzato un esposto al Comune di Salerno, al Comando di Polizia Municipale, all’Osservatorio regionale per la legalità e la trasparenza delle attività funerarie e cimiteriali e ai responsabili dello Sportello Attività Produttive dei Comuni di Salerno e Pellezzano. Tutto nasce dalla guerra tra lo stesso Domenico e il fratello Luigi, un tempo soci nell’attività Pergola Luigi e Domenico snc e adesso ai ferri corti per una storia di affari andati male. “Purtroppo – scrive Mimmo nell’esposto – dopo 30 anni il sodalizio con mio fratello si è rotto a causa della creazione di una società che fa capo al figlio Pierpaolo e che fa concorrenza sleale alla nostra azienda”. Su questa vicenda c’è già in corso un procedimento penale (il numero 5091 del 2017). Ad oggi Mimmo risulta escluso dalla gestione della ditta di cui è socio insieme a Luigi “e nonostante le mie sollecitazioni ad adempiere alla regolarizzazione mediante l’ottenimento della licenza ad operare emessa dal Comune nulla è stato fatto – fa presente nell’esposto – io in qualità di socio ho il dovere di denunciare le irregolarità”. Agli oganismi destinatari della denuncia si chiedono verifiche sia sulla Pergola Luigi e Domenico snc che su altre due società, evidentemente riconducibili al ramo della famiglia che è operativo sul mercato delle onoranze funebri: Centro Funeralia Servizi Funebri Salerno, con sede a Pellezzano in via Wenner e impres individuale Biagio Pergola con sede in via Guariglia a Salerno. Mimmo Pergola sostiene che “alla richiesta di autorizzazione comunale avrebbe potuto provvedere il sottoscritto ma questa azione è resa impossibile a causa della sottrazione allo scrivente dei documenti necessari alla preparazione della pratica”. E purtroppo non finisce qui.
A Salerno in regola i Guariglia, la famiglia Caso e La Precisa di D’Avino
Il 27 giugno scorso è scaduto il termine per la presentazione dei documenti necessari ad ottenere l’autorizzazione comunale per l’esercizio dell’attività di onoranze funebri. A quella data risultavano in regola le aziende Antonio e Tommaso Guariglia, i Caso e La Precisa di D’Avino. La materia è regolata dalla legge nazionale numero 12 del 2001, dalla legge regionale numero 7 del 2013 e da una serie di delibere della giunta regionale (le ultime in ordine di tempo sono 89 e 90 del 20 febbraio scorso). La normativa vigente dispone che “l’esercizio dell’attività funebre è subordinato al rilascio formale del titolo abilitativo da parte del Comune dove l’impresa intende istituire la propria sede principale ovvero una propria filiale”. La stessa legge disciplina anche il sistema dei controlli. “Il Comune, tramite il Comando della Polizia Locale, esercita controlli volti a verificare durante lo svolgimento dell’attività, la permanenza dei requisiti richiesti per l’esercizio dell’attività funebre, in qualunque momento e senza preavviso”, è scritto nel testo. Ma cosa rischia chi non è in regola? Ci sono tre gradi di sanzione: la prima è di carattere pecuniario, poi si provvede alla sospensione temporanea dell’attività e infine, al persistere dell’irregolarità, alla definitiva interdizione dallo svolgimento dell’attività. Responsabile del procedimento sanzionatorio è il capo del Suap, lo Sportello comunale per le Attività Produttive. E proprio il Comune di Salerno fin qui ha atteso gli eventi senza agire. Cronache ha provato più volte a contattare anche l’assessore al ramo, Dario Loffredo, senza però ricevere mai alcuna risposta. Ora la situazione degenera.