Grant (Lega): “La sanità e l’istruzione in Campania sono un disastro” - Le Cronache
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Grant (Lega): “La sanità e l’istruzione in Campania sono un disastro”

Grant (Lega): “La sanità e l’istruzione in Campania sono un disastro”

di Arturo Calabrese
L’europarlamentare della Lega e del gruppo Identità e Democrazia Valentino Grant sta visitando i territori del Meridione d’Italia. Ieri sera, appuntamento a Laurino presso l’ex convento di Sant’Antonio dove al centro del dibattito c’erano le piccole e medie imprese ed i vari aiuti che possono arrivare dall’Europa. Aiuti concreti per risollevare tali realtà da diverse criticità. «Crediamo – dice l’onorevole – che bisogna partire dalle aree interne perché l’Europa ci chiede di lavorare in queste zone e mette a disposizione tanti fondi. Il problema che noi abbiamo è che c’è poca informazione e allora la nostra missione è quella di portare in giro, partendo da un piccolo borgo, quelle che sono le possibilità e le opportunità sia europee che nazionali per tutelare e far crescere le imprese che vivono, con grande coraggio, in questi territori. Chi lo fa merita un doppio plauso perché va avanti con forza e resilienza e lo fa in zone difficili». Nell’intervista, Grant fa anche un breve passaggio, molto laconico, sulla gestione della sanità campana da parte di Vincenzo De Luca: «Un disastro!».
Un appuntamento a Laurino, una delle aree interne del Cilento. Partiamo proprio da questo, dall’importanza delle aree interne e dei piccoli borghi a cui l’Europa è molto vicina…
“Questo è il dodicesimo incontro che porto avanti coi territori. Siamo partiti da un’area interna e lo dimostra il fatto che siamo qui a Laurino questa sera proprio perché crediamo che bisogna partire dalle aree interne perché è l’Europa a chiederci di lavorare in queste zone, mettendo a disposizione tanti fondi. Il problema che noi abbiamo è che c’è poca informazione su tanti fattori e allora la nostra missione è quella di portare in giro, partendo da un piccolo borgo, quelle che sono le possibilità e le opportunità sia europee che nazionali per tutelare e far crescere le imprese che vivono, con grande coraggio, in questi territori. Chi lo fa merita un doppio plauso perché va avanti con forza e resilienza e lo fa in zone difficili”.
Al centro dell’incontro ci sono le piccole e medie imprese. Di che tipologia di impresa si parla e quali quelle su cui l’Europa?
“L’Europa sta facendo tanto per le PMI, e cioè le piccole e medie imprese, che rappresentano lo zoccolo duro, non solo in Italia ma anche negli altri Paesi dell’Unione Europea, perché su 25 milioni di imprese il 99% sono piccole o medie. L’UE punta tanto su di esse attraverso una serie di iniziative, di fondi, di particolare possibilità per il proprio rilancio e per aiutarle in alcune criticità. Per criticità l’Unione intende il passaggio generazionale che nelle imprese familiari è un qualcosa di molto importante, si parla di capitale di rischio, di accesso al credito e inoltre di una nuova direttiva sulla sostenibilità per quanto riguarda il bilancio che da una parte offre una grande opportunità ma da un’altra è anche molto insidiosa. È necessario spiegare ai piccoli imprenditori come trasformare questa preoccupazione in un grande momento di rilancio e sviluppo per la propria creazione”.
Sui territori, le aziende agricole e rurali riescono anche a mitigare il dissesto idrogeologico che nei piccoli centri diventa una vera e propria criticità…
“Sì e aggiungo anche un’altra cosa: le piccole e medie aziende hanno un ruolo sociale fondamentale ed importante oltre ad essere dei guardiani del territorio e dell’ambiente perché coltivare un terreno, oggi, vuol dire mantenerlo in salute, evitare frane, tutelare il suo stato di salute. I benefici si vedono attraverso la cura di un bosco, di una coltivazione e tutto ciò è innegabile”.
Capitolo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: non si riescono a spendere quei soldi perché non si riescono a presentare i progetti. Il neo governo, in questo senso, sta lavorando molto ma il problema rimane…
“Uno dei problemi che abbiamo in questo momento è la scarsità di progettisti e di progettualità. Questo soprattutto se parliamo di PNRR legati agli enti locali perché ci sono progetti anche per le aziende. La scarsità è limitata alle piccole realtà locali come anche la qualità degli stessi. La ragione è molto semplice: non si può chiedere ad un piccolo comune, magari di ottocento abitanti, di avere una struttura in grado di gestire una procedura simile, non tanto di realizzarla, ma di rendicontarla. Sappiamo che i comuni soffrono la mancanza di personale. È chiaro come sia dunque necessaria una riflessione su tale argomento. Questo piano proveniente dall’Europa è una strada per collegare il Nord al Sud dell’Italia ed è un’opportunità perché oggi è la prima volta nella storia in cui si fanno opere con i soldi europei, è la dimostrazione che l’Europa c’è. È la prima volta che con i risparmi di un olandese o di un francese vengono fatte opere in Italia o viceversa, giusto per fare un esempio pratico”.
Da europarlamentare come vede la gestione della Regione Campania dal punto di vista della sanità?
“Chiaramente sarei di parte, ma se parliamo di sanità possiamo affermare quanto sia un disastro. Personalmente credo che sia stata utilizzata male, veicolata male e ritengo che la sanità, come l’istruzione, debbano essere settori strategici di una comunità e non possono avere delle ricadute politiche. Devono essere libere dalla politica ma purtroppo in Campania questo non è accaduto e continuerà a non accadere”.