Erika Noschese
Era il mese di settembre del 2016 quando l’amministrazione comunale di Salerno ha deciso di provvedere al montaggio di stand a Torrione, sul lungomare Marconi per il trasferimento dei mercatini etnici da via Irno. Dotati di luce elettrica, la comunità dei senegalesi ha però rifiutato il trasferimento, chiedendo nuova sistemazione. Ma, ad oggi e ad eccezione della fiera di Sant’Anna che si è tenuta nel mese di luglio, gli stand sono rimasti vuoti e soprattutto inutilizzati, nonostante ogni sera continuino ad essere illuminati. Una decisione, quella dell’amministrazione comunale di tenere i gazebo montati ma inutilizzati, che sembra non piacere ai cittadini ed in particolar modo ai residenti della zona che continuano a lamentare una puzza di urina. A sollevare la polemica è il gruppo Figli delle Chiancarelle che ha già più volte annunciato la discesa in campo per le prossime elezioni amministrative. Molti i cittadini che parlano di spreco di denaro pubblico per via dell’illuminazione accesa puntualmente ogni sera mentre c’è chi sostiene che deturpano il paesaggio proprio perchè posizionati nella piazza antistante lo specchio d’acqua di Torrione. «Nessuna utilità se non quella di trovare riparo in caso di pioggia», hanno dichiarato alcuni cittadini, stanchi di decisioni da parte del Comune di Salerno che utilizza fondi pubblici per il montaggio e l’illuminazione di stand poi finiti nel dimenticatoio. «Quanto sono costate? Da un’ipotesi di spostare il mercatino etnico si spendono soldi e si delibera l’istallazione che ha fatto non so chi», dice ancora una cittadina salernitana. E le polemiche non sembrano placarsi anche in virtù del fatto che non c’è stato ancora alcun trasferimento dei mercatini etnici che, da via Irno, dovevano poi essere trasferiti in via Calò, tanto che alcuni tecnici del Comune avevo già provveduto ad effettuare un primo sopralluogo per decidere il da farsi. Il trasferimento in via Calò aveva poi sollevato le polemiche dei residenti della zona in quanto privati di diversi posti auto, sostituiti per il montaggio di ennesimi stand che, come facilmente prevedibile, sarebbero rimasti inutilizzati proprio come accaduto con quelli del lungomare Marconi.