di Monica De Santis
Il costo del gas continua a correre e secondo una stima dovrebbe aumentare ancora, questo ovviamente a danno delle famiglie e soprattutto delle imprese che rischiano di pagare un conto salatissimo, anzì stanno già pagando un conto salatissimo. In particolare le aziende che producono pomodoro industriale. Sono loro che in questi giorni stanno ricevendo bollette da capogiro, con un aumento del costo di oltre il 300%. A confermarlo anche l’ingegner Giuseppe Salzano, CEO della Pomilia Spa, azienda con sede a Nocera Superiore… “Abbiamo già ricevuto delle fatture di pagamento per i pochi giorni di lavoro nel mese di luglio che superano i 500mila euro. Nel nostro settore il periodo di maggiore lavoro è ad agosto, ma a luglio per una decina di giorni iniziamo con la lavorazione del pomodorino e del pomodoro cosiddetto cubettato. Iniziando con una fattura così elevata immaginiamo già che alla fine della stagione, che dovrà finire per forza ad agosto per evitare danni ulteriori, ci potrà arrivare una bolletta che supererà i due milioni di euro. Ovviamente per un’azienda come Pomilia che fattura 12/13 milioni di euro, pagare due milioni e più di euro solo di gas è una cifra troppo alta per poter sperare che quest’anno si chiuda in maniera positiva”. Ma allora cosa sta spingendo le aziende a fare tanti sacrifici e a continuare a lavorare? L’ingegner Salzano lo spiega con parole chiare… “Si lavora perché i contratti di fornitura vengono stipulati prima e sono per tutto l’anno. Quindi dobbiamo mantenere gli impegni assunti. Ragion per cui è necessario lavorare”. Salzano spiega anche perché aziende come la Pomilia ed altre si stanno lamentando dell’aumento del costo del gas… “E’ un aumento solo ed esclusivamente speculativo. Noi ci rammarichiamo perché il maggior fornitore di gas che c’è in Italia ovvero l’Eni che importa e vende più gas, e che ha tra i proprietari lo Stato Italiano, sta facendo una speculazione sui prezzi. Non sta vendendo al prezzo di acquisto, perché il gas che c’è nelle riserve è stato acquistato anche un anno fa, quando la guerra non c’era. Ovviamente in questo momento si vuole dare colpa alla guerra, per cercare di recuperare quello che a loro dire hanno perso nei due anni di pandemia, quando le aziende sono state chiuse e poi riaperte ma con un carico di lavoro minore. Basti solo pensare che nel 2021 l’Eni ha avuto utili per 2 miliardi di euro, ora nei primi 6 mesi del 2022 ha già registrato utili per 7 miliardi di euro. E credo che basti solo questo per far capire che loro hanno acquistato il gas sempre alla stessa cifra, ma che lo stanno vendendo ad un costo esorbitante. Quindi non si possono ottenere utili così importanti se non c’è speculazione”. E quindi cosa possono fare le imprese italiane? “Possiamo solamente sperare che all’indomani delle elezioni si renda conto della situazione e venga in sostegno delle aziende”. Sul rischio di aumenti per il consumatore finale, Salzano non ha dubbi, l’aumento già c’è stato ed era inevitabile… “Siamo stati costretti ad aumentare il prezzo del prodotto finito, non solo a causa del costo altissimo del gas e della luce, ma anche a causa dell’aumento del costo dell’acciaio, quindi dei contenitori nei quali noi inscatoliamo il pomodoro, è aumentato del 60%. Quindi ci siamo visti improvvisamente aumenti di ogni tipo che abbiamo dovuto per forza aumentare anche noi il prezzo del prodotto del 40%, ed è il minimo dell’aumento che potevamo fare. Questo per non danneggiare il consumatore che per noi è la priorità, ecco perché una parte degli aumenti che abbiamo avuto continuiamo e continueremo a sostenere noi”.