di Andrea Pellegrino
Quanto alla procedura (non al merito) sulla riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali pare che ci sia abbastanza confusione. Ed emerge confrontando le ultime determine relative all’argomento. L’una liquida i gettoni di presenza ai consiglieri comunali – della passata consiliatura – nel periodo di maggio e l’altra, quella ultima, adegua l’ammontare degli stessi ai nuovi. Stesso dirigente (Tommaso Esposito) ma diverse motivazioni nel testo della determina. Ed infatti se nell’atto di liquidazione dei gettoni di maggio Esposito per giustificare l’alto compenso (circa 80 euro a consigliere) s’affida a norme e ad una mancata emanazione del decreto ministeriale da parte dell’Interno per la diminuzione per «un periodo non inferiore a tre anni, degli importi delle indennità già determinati dal D.M. numero 119/2000, di una percentuale da applicare in base al numero di abitanti», nella seconda determina richiama e dà per scontata l’applicazione del decreto ed applica la riduzione. Ma non sulla cifra liquidata a maggio, bensì su quella che sarebbe dovuta essere ormai da dieci anni ad ora. Ossia i 36,15 euro, pari a 70.000 delle vecchie lire stabilite da una tabella allegata al decreto ministeriale del 2000. Da qui, dunque, Esposito applica la norma nel dettaglio riducendo di un ulteriore 10 per cento il gettone di presenza che passa a 34,15 euro. Due pesi e due misure, insomma, a distanza di poco più di un mese. Con l’incertezza di quale dei due atti, firmati dallo stesso dirigente, sia quello corretto. Forse entrambi, forse no. Tant’è che dietro l’angolo c’è chi è pronto a sottoporre la questione al Tar. Perché delle due l’una: o l’atto di oggi è corretto, quindi per più di dieci anni i consiglieri comunali hanno percepito soldi in più, o è sbagliato ed hanno ragione i malpancisti. Al di là, naturalmente, di tutte le valutazioni politiche e di opportunità in merito alla riduzione delle indennità destinate ad amministratori pubblici. Valutazioni che naturalmente dovrebbero toccare anche sindaco, assessori e presidenti di società municipalizzate.