Gerardo Bianco, un amico e un maestro di politica - Le Cronache
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Gerardo Bianco, un amico e un maestro di politica

Gerardo Bianco, un amico e un maestro di politica

di Salvatore Memoli

Con Gerardo Bianco che ha chiuso la sua giornata terrena, il mio ricordo memore torna all’amico Dino Milanese, consigliere comunale di Salerno, mio collega ed indimenticabile amico di tante battaglie. Ho potuto vivere l’amicizia di Gerardo Bianco, grazie a Dino Milanese di cui era il suo rappresentante nelle istituzioni e nel territorio di Salerno. Abbiamo trascorso anni di collaborazione, di scambio di valutazioni politiche, di feconda intellettualità politica a cui non si sottraeva mai, soprattutto per iniziative del territorio, alle quali partecipava con piacere e con impegno. Passano alla mente le tante occasioni di ascolto del suo pensiero, della sua intuizione politica, della sua valutazione dei fatti e dei percorsi politici che si vivevano stando in una posizione alternativa al gruppo vincente e dominante che faceva capo a Ciriaco De Mita. Gruppo di persone di valore di cui aveva fatto parte ma che esprimeva albagia nei rapporti interpersonali e politici del territorio. Gerardo Bianco era più immediato, meno solenne, non era pragmatico ma esprimeva la concretezza delle idee, delle posizioni che aderivano ad un comune sentire di tantissimi militanti, parlamentari ed elettori del partito. Della Democrazia Cristiana conservava la purezza del pensiero e delle azioni di Sturzo e De Gasperi. Quando gli parlavi oppure passavi qualche ora con lui sembrava di vivere una dimensione di prestigio, di chi vive e si nutre di ideali autentici e li partecipa con una semplicità disarmante. Lo confermavano i rapporti trasversali con tutti i parlamentari di tutti gli schieramenti e la forte capacità di dialogo che aveva con tantissimi altri di posizioni politiche diverse ed avversarie. Tutti lo stimavano, gli tributavano stima e rispetto, ne ascoltavano il pensiero. Fu un grande capogruppo della Democrazia Cristiana di cui tutti ricordano acume e presenza, unitarietà e superamento di visioni di parte, a volte tribali e sconclusionate. Mi piaceva il rapporto che aveva con Dino Milanese, di cui aveva stima e rispetto incondizionati. Erano di due mondi diversi, due temperamenti diversi ma si completavano con concordia di percorsi politici. Dino era intemperante, concreto, irrituale e tempestivo riguardo alle decisioni ed ai tempi di attuazione. Gerardo era intellettuale, riflessivo, profondo e… incredibilmente moderno, lucido, rispettoso, un pozzo di esperienza che prevaleva sulle cose da scegliere e realizzare.
Conservo di lui libri dedicati, messaggi, biglietti spediti in ogni circostanza della mia vita, soprattutto quando mi esprimeva solidarietà e vicinanza. Non era mai retorico, si poteva ritenere un amico che nella vita c’era sempre stato. Nella solennità delle aule istituzionali, in un ristorante di provincia o al circolo di élite romano dei parlamentari la sua presenza era discreta, concreta, centrale per chiunque stesse attorno a lui. Ai suoi tavoli si avvicinavano colleghi parlamentari blasonati, con umiltà e amicizia, che mostravano di conoscere il suo valore ed il suo peso specifico umano, culturale e politico.
Quando sedeva al tavolo di un convegno o di una conferenza, sin dalla sua prima parola, tutto l’ambiente si catalizzava e le sue parole uscivano con tanta naturalezza così come i contenuti segnavano una spanna di livello al di sopra di chiunque altro prendesse la parola.
Lo ricordo a Fratte quando venne alla manifestazione Fratteinsieme a parlare ai miei concittadini ed amici. Fu un’ovazione, lo ascoltarono in silenzio, gli posero domande, chiesero di fare le foto con lui e qualcuno chiese il suo autografo. Mi ringraziò dicendomi che la cultura democristiana si era alimentata proprio di questo tipo di contatto diretto con le persone. Mi disse di continuare e di non abbandonare mai l’ascolto della gente.
Ti raggiunga in cielo, caro Gerardo, la nostra benedizione per essere stato uno di noi, uno davanti a noi, ad indicarci il valore della politica. Idee, ideali, concretezza e onestà. Possa il Paradiso accoglierti con il nostro inno Biancofiore, perché tu hai amato i nostri ideali democristiani e non li hai mai barattati per tornaconto personale o per convenienza di strategie piegate a tornaconto. La tua parola eletta, colta, intelligente risuoni davanti a Dio per il bene dei nostri territori e della nostra Italia.