di Pina Ferro
Uscivano ogni giorno a bordo di una C3 “Dolce e Gabbana” per guadagnarsi la giornata. Il loro salario era costituito da proventi di furti e rapine poste a segno nei ter- ritori di Eboli, Capaccio e Battipaglia. Questa mattina, compariranno tutti sinanzi ai giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno (collegio presieduto dal giudice Passaro). Ad affrontare il dibattimento saranno: Nicola Iula, Margherita Iula, Cristian De Lisa, Carmine Gaiangos, Tania Postiglione, Vito Galdi, Giuseppe Marotta e Vito Maiale. Altre due persone, destinatarie, nell’aprile del 2018, della misura cautelare hanno scelto di scegliere il rito abbreviato che è già stato celebrato. Nel collegio difensivo di domani tra gli altri vi sono gli avvocati Giuseppe Russo e Leopoldo Catena. Tutti sono accusati, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata, furti in abitazione, furti aggravati, detenzione e porto illegale di armi e munizioni. Secondo il capo d’imputazione vrebbero messo a segno 5 rapine a mano armata ai danni di esercizi commerciali di Eboli e di Battipaglia; 2 furti di autovetture poi utilizzate per commettere le successive rapine; 3 furti in abitazione commessi nel comune ebolitano a febbraio dello scorso anno; 11 furti di beni custoditi all’interno di autovetture in sosta, ad Eboli, Battipaglia e a Capaccio tra il dicembre 2016 e il marzo dell’anno successivo. Il modus operandi della banda era quasi sempre lo stesso. L’inchiesta è partita nel dicembre 2016, dopo l’arresto in flagranza di due persone.Dopo ogni furto la refurtiva veniva suddivisa direttamente in autovettura alla pre- senza dei figli minori. Ai ragazzini venivano ceduti i cellulari che riu- scivano a sbloccare con grande abilita. Per i ragazzini quella ̀ merce veniva vista come dei regali.