Fratte. Le ceramiche della signora Ernestine - Le Cronache
Attualità

Fratte. Le ceramiche della signora Ernestine

Fratte. Le ceramiche della signora Ernestine

di Salvatore Memoli

Intorno agli anni 40 dello scorso secolo, arrivò a Salerno dal lontano Texas la signora Ernestine Cannon. Visse a Salerno durante la seconda guerra mondiale, dalla quale fu colpita soprattutto dalla conseguenza della povertà delle popolazioni locali. Ernestine Virden Cannon era la compagna americana dell’arch. Matteo D’Agostino che era già titolare della D’Agostino Ceramiche ( di cui la signora Ernestina fu direttrice artistica).
> Fin dal suo arrivo la signora Ernestine mostrò interesse per la lavorazione della creta ( argilla), la sua arte di ceramista aggiungeva suggestione alla bella ceramica delle Antiche Fornaci D’Agostino, attive a Salerno dagli inizi del 1800.
> Nel 1948 volle impiantare un laboratorio per la lavorazione della creta proprio a Fratte in via Carlo Gatti. In questo piccolo luogo di lavoro, con la sua abilità, unendo ingegnosità, forme, decori e colori nati dalla sua creatività, spinse al successo i traguardi già alti dell’arte delle Fornaci D’Agostino, di cui erano conosciute ed apprezzate le piastrelle in gres lavico.
> A Fratte la signora Ernestine raggiunse livelli di perfezionamento della sua produzione di ceramica che divenne subito pregiata. In particolare, si evidenziava il disegno, inciso sulla creta che si trasformava in ceramica. Il disegno era ” limpido ed arioso dai colori lievi e piacevoli”. Fratte se ne avvantaggiò di questa presenza che sprigionava vitalità, creatività, amabile convivenza con tanti altri artisti del suo calibro. Il laboratorio fu ben presto organizzato e si avvalse di collaboratori con diverse competenze. Alla signora si affiancarono il Prof. Diodoro Cossa che curava la parte artistica, il Rag. Aniello Accardo per la parte amministrativa e tre provetti operai. Ernestine curava personalmente il disegno. In poco tempo la produzione raggiunse livelli alti di manufatti realizzati ed una buona clientela che ne apprezzava le qualità. Il costante lavoro di questo gruppo di persone ben presto attestatosi su livelli alti, contribuì a dare una nuova vita all’industria ceramica italiana.
> Arrivarono anche importanti riconoscimenti come la conquista del mercato  americano che mostrava grandi apprezzamenti per queste piccole opere d’arte della Ernestine. Più tardi queste ceramiche furono custodite nel Dallas Museum of Art.
> Per le dimensioni raggiunte, il laboratorio della Ernestine si spostò lungo la via Irno dove conobbe anni di crescita e d’incremento della produzione.
> L’abilità della signora permise una notevole  crescita delle attività, tanto da esportarle in tutto il mondo. Il suo nome resta legato a Fratte dove intratteneva rapporti di amicizia e collaborazione, come si conviene ad una brava manager di un’azienda che cresceva, giorno dopo giorno. D’altra parte la sua arte era accoppiata alla sua grande sensibilità ed umanità per cui le vicende umane, soprattutto delle classi sociali  più deboli, rientravano nelle sue scelte di vita.
> Morì a 65 anni, nel 1969, a Ravello a seguito di un grave incidente.
Lasciò in tutti ammirazione e rispetto, a cui si aggiunse un forte rimpianto.
Per anni il suo nome e la sua linea di produzione hanno continuato a vivere secondo la sua linea creativa, disponendo di bravi artisti e custodi della sua eredità artistica.
> Fratte la ricorda e ne deve conservare con riconoscenza la memoria dei suoi insegnamenti e della sua arte  che portò il nome del territorio in tutto il mondo.