di Arturo Calabrese
Era nell’aria da tempo: dopo oltre quattro mesi dal suo arresto, Franco Alfieri ha deciso di rassegnare le dimissioni da sindaco di Capaccio Paestum e di conseguenza da presidente della Provincia di Salerno.
Arrestato per corruzione, falso in atto pubblico e turbata libertà degli incanti, è stato dapprima condotto al carcere di Fuorni e poi ristretto ai domiciliari. Ed è proprio questa custodia cautelare che non gli permetterebbe di recarsi di persona personalmente, per dirla alla Camilleri, da un notaio al quale ufficialmente consegnare la decisione.
E dunque Alfieri è a tutti gli effetti ancora primo cittadino di Capaccio Paestum, sospeso ben inteso, in attesa che i giudici gli diano il via libera. Il comune potrebbe però essere sciolto qualora dovessero essere i consiglieri a dimettersi in blocco, eventualità che non sarebbe poi così tanto remota. In ogni caso, già la giornata di oggi potrebbe portare sostanziali novità.
L’Alfieri politico
È davvero al fine di un’era? Di certo ciò che è accaduto nel Cilento dal mese di ottobre ad oggi segnerà la storia di questo territorio.
Il “Sistema Cilento”, sinonimo di “Sistema Alfieri”, è diventato anche l’oggetto di un comitato d’inchiesta all’interno della Commissione Parlamentare Antimafia, mai prima di oggi c’era stato un qualcosa del genere. L’aver dato il via ad un comitato d’inchiesta, però, non è l’unico primato di Alfieri. All’età di 23 anni, nel 1988, è eletto a Torchiara, il più giovane d’Italia.
Lascia l’incarico dopo tre mandati per poi trasferirsi ad Agropoli nel 2007. Cinque anni dopo, viene riconfermato con il plebiscitario risultato del 90% dei consensi. Secondo primato. Nel 2017, consegna la città al suo vice Adamo Coppola che si aggiudica la fascia tricolore.
Il 2018 prova la scalata a Montecitorio ma gli elettori cilentani lo bocciano sonoramente preferendogli la candidata del centrodestra Marzia Ferraioli, eletta, e quella del Movimento 5 Stelle Alessia D’Alessandro. L’anno successivo, ancora scottato dal risultato, si presenta a Capaccio Paestum dove vince al secondo turno, diventando il secondo sindaco d’Italia ad aver amministrato tre comuni dopo Vittorio Sgarbi, ma il primo ad averlo fatto in tre enti confinanti.
Nei cinque anni si concretizzano, secondo le accuse, gli illeciti. Nel 2022, c’è la sfiducia ad Adamo Coppola e come suo successore viene scelto Roberto Antonio Mutalipassi.
L’attuale sindaco di Agropoli è il candidato, ma il vero protagonista della campagna elettorale è sempre lui: Franco Alfieri è presente a quasi tutti i comizi e con lui gli esponenti del Partito Democratico. Passano gli anni e si arriva al 2024: nuova tornata elettorale a Capaccio Paestum e nuova vittoria di Alfieri, con risultati bulgari. Rieletto sindaco, Alfieri viene arrestato il 3 ottobre e da allora continua a tenere ingessati due enti: comune e Provincia.
Nel mezzo, l’elezione alla Provincia, voluto dal popolo, come assessore e poi presidente, uscito vincitore in un’elezione di secondo grado ove partecipano i soli amministratori. Le dimissioni annunciate, dunque, potrebbero segnare la fine di un’era? Non sarà così. L’era è finita quando il Sistema è stato ufficialmente certificato.