di Simone Parisi
Alla vigilia dell’esecuzione della messa da requiem di Gabriel Faurè, una prima assoluta cittadina che avverrà domani sera nella chiesa della SS.Ma Annunziata con protagonisti i cori Estramonico di Silvana Noschese, Il Calicanto di Milva Coralluzzo e il casella della Caterina Squillace, sostenuti dall’Ensemble Lirico Italiano, abbiamo raggiunto il Maestro Francesco D’Arcangelo che dirigerà il capolavoro, nel corso delle concitatissime e laboriose prove. Come nasce questo progetto? E come mai la scelta del Requiem di Faurè? “Nasce dalla volontà di riprendere a fare musica e di una collaborazione con il “coro Estrarmonico” e il “coro Casella” diretti rispettivamente dai maestri: Silvana Noschese e Caterina Squillace, una fusione di queste tre associazioni compresa la mia che è la “Gestione Musica” che partecipa con la sua formazione, l’Ensemble Lirico Italiano, dando vita ad una serata emozionale. La scelta del Requiem di Faurè è soprattutto affettiva in quanto sono molto legato a questa composizione. Ci tengo a dire che questa rappresentazione si rifarà anche nel 2024 come commemorazione dei 100 anni della morte del genio francese”. Quale le ragioni della scelta di una delle prime orchestrazioni? “La primissima stesura del Requiem era per pochissimi strumenti, per ridotti elementi di coro e solo in quattro movimenti. Successivamente, molto probabilmente sotto insistenza dell’editore, Faurè cominciò ad allargare l’orchestrazione e si arrivò ad un’orchestrazione intermedia che è quella che andremo ad eseguire noi, datata 1893. Negli anni successivi sono state fatte diverse versioni che, man mano, sono andate ad allargare l’organico, fino a giungere all’orchestra completa. Noi abbiamo scelto questa, intermedia, che presenta la possibilità di scelta di alcuni strumenti. Questo ci ha dato la possibilità di spaziare tenendo conto anche della disponibilità economica per l’esecuzione del pezzo. Come mai ha scelto la strada della direzione? “Fa parte del mio essere musicista. Non mi piace definirmi solo direttore d’orchestra, ma un “musicista”. Faccio anche il direttore d’orchestra. La direzione è un ambito estremamente affascinante, ti permette di avere una visione totalmente diversa del pezzo, che normalmente non si ha (parlo anche da violoncellista). Ti permette di esprimere una tua propria intenzione musicale indipendente ovviamente sempre rimanendo fedeli a quella che è la partitura. Cosa rappresenta per lei questo progetto? Ogni occasione è buona per fare buona musica. Come detto prima sono molto legato al Requiem di Faurè che, secondo me, si sposa bene con questo inizio del periodo pasquale.