Ospitiamo l’intensa testimonianza dello scenografo e costumista veronese, uno dei protagonisti delle più belle produzioni del teatro Verdi di Salerno
Di Flavio Arbetti
Arte scenografica oggi vuol dire saper abbracciare varie suggestioni, apprendere da ogni forma di espressione, modellandola per restituirla agli occhi di un pubblico sempre più affamato di una verità dal sapore onirico. Ed è quello che da anni mette in atto Flavio Arbetti, uno degli scenografi e progettisti più affermati sulla scena teatrale odierna, nazionale ed internazionale. Le sue collaborazioni con i maggiori teatri d’Italia e con registi di acclarata fama, oltre che la sua sensibilità scenica e artistica ne fanno una delle personalità più interessanti del panorama artistico attuale, parte integrante di quella generazione che ha sempre visto nel teatro una forma altissima di comunicazione, di coinvolgimento, esaltandone le potenzialità e contribuendo alla creazione di tante splendide produzioni anche qui al Teatro Verdi di Salerno.
“Mondo teatrale, musicale e artistico in lockdown – scrive il nostro amico Flavio – e con esso tutti coloro che, in qualche misura con esso .hanno a che fare: orchestrali, maestri e direttori, coristi, registi, scenografi, sarti, parrucchieri e tutte le maestranze che vivono e fanno vivere uno spettacolo come un’opera teatrale. Tutti coloro che ci aiutano e ci fanno sognare, per qualche momento, facendoci immedesimare in quella o quest’altra eroina che per voce, musica, costumi, o scenografia viene a vivere su tanti palcoscenici d’Italia. È un lutto collettivo, nessuno di noi è esente dal dolore che ci accomuna in questo frangente storico così incisivo nella vita della nostra società. Tutto è rinviato, saltato, spostato a data da destinarsi. Gioie, dolori, fatiche, speranze, tutto è entrato in una sorte di limbo che non si sa nemmeno quando verrà dischiuso, per riprendere in mano, non solo il nostro tran tran della vita quotidiana, ma anche quello che con esso porta con se, progetti, idee, ambizioni…..mi si chiede di esprimere cosa abbia dovuto abbandonare ed accantonare del mio lavoro a causa di questa pandemia? Tutto rispondo! Tutto. Perché ogni schizzo o scarabocchio che ho vergato sui fogli intonsi sulla mia scrivania nel mio studiolo, è per me figlio, frutto di uno smisurato amore che io ho per questo lavoro e dell’alta considerazione che io nutro per questo genere di arte che è l’opera ed il bel canto. Mi si chiede di fare nomi, citare dei titoli. Non mi soffermo ad enarrare le varie produzioni perse, che suonano così vuote, se vengono deturpate del contenuto della fantasia umana; non scriverò dei vari nomi in cantiere perché se decapitati dell’ ingegno umano che dà loro corpo rendendoli concreti, resterebbero nomi d’opere incorporei che vengono dimenticati appena scritti e letti. Voglio invece comunicare la voglia, il desiderio e l’entusiasmo di chi lavora in questo ambiente, che crea dalla fantasia, si impegna perché ciò che viene pensato, riesca a realizzarsi per riuscire a calare quanti fruiscono del lavoro finito in un sogno che dura le note di un’ opera. Tutte queste persone e, davanti agli occhi scorrono infiniti volti e mani di professionisti abili e motivati, sono tesi ai blocchi di partenza, pronti come frecce per scoccare appena il via sarà dato, per correre freneticamente, ognuno offrendo il meglio per riuscire a realizzare i grandi progetti che tante menti geniali in questo periodo di quarantena hanno concepito, affinché il sogno possa continuare realisticamente ogni qual volta il sipario si apre. Sogni nel cassetto? Tanti anzi tantissimi, ma per il momento non posso svelar nulla, un po’ perché non sono ancora stati resi pubblici dai vari teatri, un po’ perché, scaramanticamente, se un sogno viene raccontato e svelato è perché sei sveglio e, quindi, smetti di sognare, un po’ perché raramente i sogni si riescono a realizzare, quindi, con la scusa di questo letargo forzato, io continuo a dormire, sognare e fantasticare. Perché una volta desto vi riesca concretamente a catapultare tutti nel mio sogno e vi faccia viaggiare con la fantasia…e lucean le stelle…il mio mistero è chiuso in me…ma con un caloroso ed amichevole, virtuale abbraccio, scaldo la gelida manina e la preparo ad applaudire tutti coloro che dopo questa triste parentesi, si impegneranno per continuare a farci vivere…d’arte e d’amore!