Questo lo scopo e l’intento del Maestro Virginio Quarta, che ha realizzato un pannello commemorativo in onore del ceramista scomparso Carmine Carrera, inaugurato ieri sera a Vietri sul Mare
Di Giulia Iannone
A Virginio Quarta artista che, incedendo sovente sui solchi di un semplice realismo, evoca sussulti di un sentire vibrante oltre i confini del determinismo fisico ed umano, latore di quella facoltà di penetrare e di carpire il reale che, nell’opera, si coniuga con un messaggio, ora epico, ora drammatico, emozionale, è stato commissionato il pannello ceramico alla memoria del Maestro vasaio Carmine Carrera, che è stato scoperto a Vietri sul Mare.
Di cosa tratta il pannello commemorativo, omaggio a Carmine Carrera, che scopriremo questa sera?
“Si tratta di un pannello decorativo in memoria di Carmine Carrera, che è stato un talento naturale dei tornianti vietresi”.
Chi è Carmine Carrera? Lei come lo conosce o cosa ha sentito, percepito dell’opera di questo artista di Vietri?
“Personalmente, non l’ho conosciuto. Carmine è morto nel 2002, però il maestro Salvatore Autuori, mio amico, me ne ha tanto parlato, in quanto ha potuto conoscerlo e frequentarlo a lungo. Così ho sentito la voglia ed il desiderio di fare questa commemorazione e dedicare a Carmine Carrera questo pannello, per evitare che il suo nome, come capita spesso, vada a finire, come si suol dire, nel dimenticatoio, cosa che già stava capitando. Per cui, questa presenza sui muri di Vietri, proprio nel centro cuore pulsante delle botteghe di ceramica, potrà almeno interessare qualcuno, l’uomo qualunque, il passante, il turista, incuriosire, attirare e rendere così vivo e presente il ricordo e l’animo di questa figura artistica del nostro territorio e, quindi, ravvivare la memoria intorno a questo grande talento della ceramica e della terracotta. Lui era un vasaio e lavorava durante la giornata alle solite stoviglie, per far vivere la famiglia, poi la sera, finito il suo lavoro di routine, si chiudeva e creava questi vasi che sono di una forma, per l’epoca ardita e modernissima. Di questo lavoro è stata fatta una mostra a cura di Vito Pinto e sono stati esposti, in quell’occasione, dei pezzi spettacolari”.
Una pennellata bellissima. Quali sono i temi e gli elementi ed il percorso interiore che lei ha seguito per concretizzare l’omaggio?
“Il pannello innanzitutto è formato da piastrelle 30×30 ed è alto 1metro ed ottanta ed è largo 2 metri e dieci. È diviso in due parti: una dipinta direttamente sulla terra cotta e l’altra dipinta sullo smalto. La parte in terracotta propone una descrizione storica ed artigianale della ceramica di qualche anno fa, la parte moderna, invece, smaltata in bianco, riproduce il ritratto di Carmine Carrera mentre sta tirando uno dei suoi vasi. Poi, sono presenti delle iscrizioni. Il pannello non solo è dedicato a Carmine Carrera, ma anche alla città di Vietri. Sono oramai più di 30 anni che lavoro qui ed ho sempre avuto un ottimo rapporto con la città ed il territorio, quindi non si poteva non fare una dedica alla Città.”.
Nel mio immaginario, il maestro Quarta è il pittore della Yasmina Balena, quindi, sento che lei è dotato di grande fantasia e capacità di reinterpretare la realtà. Alla luce di ciò, come è il Carmine Carrera interpretato da Quarta?
“La fantasia e la personalità sono necessarie, altrimenti si sarebbe solo pittori e non artisti. Il mio lavoro è basato sulle descrizioni del maestro Autuori e quindi è una conoscenza indiretta. Però quest’ultimo era talmente amico ed estimatore di Carrera, da potermi dare una idea molto concreta e importante di questo artista, gentile, riservato ed assolutamente geniale”.
Sulla locandina di presentazione campeggia il titolo “ Le Vite e la Ceramica”. Perché credo che l’arte si impasti con la vita, un concetto valido per Carrera, sicuramente anche per lei, come l’arte si è mescolata alla sua vita?
“Sono due elementi della vita che si sono fusi implacabilmente. Da sempre, fin da bambino, è stato manifesto e visibile che sarei stato un essere votato all’arte. La mia famiglia ha subito compreso la mia inclinazione ed ha fatto di tutto per assecondarmi, mandandomi, a costo di grandi sacrifici, a frequentare il Liceo artistico di Napoli, luogo in cui ho potuto seguire l’insegnamento di tanti maestri napoletani ed internazionali. La mia vita è stata sempre improntata e basata sulla pittura e sull’arte in genere. Parlerei di una fusione naturale”.
In conclusione, c’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
“Desidero fare una dedica ed una menzione speciale alla Ceramica di Vincenzo Pinto, alla loro disponibilità ed alla loro amicizia, che ha permesso la realizzazione di questo pannello. Un altro ringraziamento speciale va ovviamente al Maestro Salvatore Autuori che ha rappresentato la spinta emozionale e motivazionale per ideare e realizzare e concretizzare questa opera”.