di Andrea Pellegrino
Approda negli uffici di Palazzo Santa Lucia il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza per acquisire documenti e notizie in merito all’inchiesta partenopea sul presunto voto di scambio tra Vincenzo De Luca e i sindaci campani. Ieri mattina gli ufficiali delle fiamme gialle si sono recanti presso gli uffici del governatore per ascoltare i suoi più stretti collaboratori ed acquisire documenti utili all’indagine. Le quattro persone sono state sentite a ‘sommarie informazioni testimoniali’, per ricostruire quanto accaduto durante la riunione del 15 novembre all’Hotel Ramada di Napoli. Il governatore De Luca è indagato per istigazione al voto di scambio, dopo l’esposto presentato dal Movimento 5 Stelle e la richiesta di chiarimenti giunta direttamente dalla commissione parlamentare antimafia. Si tratta dell’ormai famosa riunione tenutasi in prossimità dell’appuntamento referendario in cui si sancì il cosiddetto “patto della frittura” con l’invito di Vincenzo De Luca ai sindaci di coinvolgere anche imprenditori della sanità privata a far riunioni a favore della riforma Renzi. Ed a Salerno i vertici nelle strutture private sanitarie si sono fatti. Il 28 novembre protagonisti di un incontro al “La Quiete” sono stati Enzo Napoli e Roberto De Luca, secondogenito del governatore. Ed è lo stesso Napoli a pubblicare le foto sul suo profilo facebook. Roberto De Luca rilancia e scrive: «Una bella iniziativa presso la clinica “La Quiete”. Insieme al sindaco Vincenzo Napoli ci siamo confrontati sulle ragioni della riforma costituzionale sulla quale siamo chiamati ad esprimerci al referendum del 4 dicembre». La Quiete, tra l’altro, è una delle strutture sanitarie che ha rischiato di chiudere i battenti per motivi finanziari e per una vertenza tra i lavoratori e la proprietà. L’inchiesta del pm Stefania Buda e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, nella quale si ipotizza nei confronti di Vincenzo De Luca il reato di induzione al voto di scambio, prosegue dopo l’acquisizione dell’audio, pubblicato dal quotidiano “Il fatto quotidiano” e le prime testimonianze. Il primo ad essere ascoltato è stato Paolo Russo, capo ufficio stampa del presidente della Regione Campania. Ieri, invece, sono stati ascoltati i componenti della segreteria particolare del presidente. A partire dalla segretaria Teresa Di Marino, poi Fabio Tamburro, Gino Cimmino (già segretario provinciale di Napoli del Pd) e Mario Molino (già assessore comunale a Villaricca). Gli inquirenti intendono accertare, in particolare, chi abbia partecipato all’incontro per poter poi eventualmente verificare se vi siano state promesse e pressioni per convincerli a impegnarsi nella campagna referendaria il sì. Non si esclude che nei prossimi giorni possa essere ascoltato anche Piero De Luca, a capo dei comitati del sì. Anche se pare che l’incontro sia stato organizzato direttamente dalla segreteria politica del presidente. Il Movimento 5 Stelle, intanto, torna alla carica: «L’imbarazzante silenzio del Pd sui metodi del governatore della Campania conferma la complicità politica del partito che avalla questo sistema. Al di là dell’inchiesta della magistratura, sul probabile incitamento al voto di scambio da parte di De Luca, che farà il suo corso – dicono i deputati M5S della commissione Affari costituzionali – nessuno dal Pd ha preso le distanze da questo discutibile modo di agire del presidente della Campania, che si è anche permesso di minacciare di morte il presidente della commissione Antimafia, membro del suo stesso partito. Anzi, Renzi lo ha elogiato pubblicamente ed ha applaudito e incoraggiato De Luca, apprezzandone i metodi e l’agire politico». Maurizio Gasparri dice: «Voglio esprimere il mio plauso per il blitz in Regione Campania per l’acquisizione della documentazione relativa alla riunione che il Presidente De Luca ha tenuto con alcuni sindaci del territorio alla vigilia del referendum costituzionale. Una vicenda vergognosa sulla quale sono piu’ volte intervenuto pubblicamente per sollecitare l’azione degli organi preposti a fare chiarezza. Un uso smodato del voto di scambio che lo stesso De Luca puo’, se non viene sospeso dalla carica di Presidente della Regione, reiterare anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Mi auguro che le indagini in corso vadano fino in fondo. E chissa’ che la frittura di Agropoli non sia l’ultima, indigesta, per De Luca». In serata le dichiarazioni di Vincenzo De Luca: «Non ne so assolutamente niente, blitz e contro blitz non mi fanno né caldo né freddo. Credo che ci sia una raccolta di informazioni per il famoso incontro con gli amministratori locali. Lasciamo perdere, non ci sono parole».