Femminicidi: Carmela Quaranta e Anna Borsa - Le Cronache Attualità
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Femminicidi: Carmela Quaranta e Anna Borsa

Femminicidi: Carmela Quaranta e Anna Borsa

MERCATO SAN SEVERINO. Una brutta storia che si ripete, ancora una volta nei confronti di una donna. Il territorio salernitano, purtroppo, conta un’altra vittima della prepotenza e della ingiustificata violenza posta in essere da uomini frustrati e incapaci di accettare la fine di una relazione sentimentale. Prima di Tina Sgarbini è toccato a Carmela Quaranta, la 42enne madre separata di due figlie, trovata morta la sera di Pasqua nella sua abitazione in via Trieste a Mercato San Severino, presumibilmente per mano del suo ex, il 56enne Gerardo Sellitto, che ora si trova rinchiuso nel carcere di Fuorni in attesa del processo. Gli inquirenti, ad oggi, stanno cercando di ricostruire quanto accaduto il venerdì Santo, giorno in cui si sarebbe consumato il delitto. Un femminicidio simile a quello di Montecorvino Rovella, avvenuto per strangolamento. In questo caso, inizialmente si pensava potesse essere un decesso avvenuto per cause naturali o per overdose, fino a quando il medico legale, dopo aver esaminato la salma della donna aveva notato segni sul collo che facevano presupporre ad una morte per asfissia. Altri elementi fondamentali che hanno portato al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura nei confronti dell’ex compagno di Quaranta, sono stati l’acquisizione e l’analisi di tabulati e celle di traffico telefonico e le decine di testimonianze di vicini della vittima, che hanno raccontato di continui litigi tra i due. Nell’inchiesta è stata coinvolta una seconda persona, il commercialista N.S., amico di Sellitto, anche lui iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio. Questo amico, che risiede in località San Vincenzo, avrebbe ospitato il presunto omicida nella sua abitazione, che poi si è saputo condividevano con un contratto di fitto cointestato. E poi c’è un altro aberrante caso: quello del femminicidio di Anna Borsa, la 30enne di Pontecagnano Faiano, uccisa il primo marzo 2022 nel suo salone di bellezza per mano del suo ex Alfredo Erra, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Salerno, che nella sentenza del gennaio scorso ha riconosciuto tutte le aggravanti contestate, inclusa quella della premeditazione. La donna venne uccisa mentre lavorava nel negozio di parrucchiere in via Tevere, raggiunta alla testa da colpi di pistola esplosi dal 42enne che non aveva accettato la fine della loro storia. Una fuga da parte dell’omicida, durata poche ore fino all’epilogo dello scorso mese di gennaio, con giustizia che è stata fatta. Casi, questi descritti, che hanno scosso le comunità nelle quali si sono verificati e che nessuna giustizia terrena potrà mai restituire queste donne innocenti ai loro cari. Storie distinte, ma drammaticamente unite dal filo conduttore della violenza sulle donne, che si sta diffondendo in maniera sempre più preoccupante. Sociologi, psicologi ed esperti del settore sono d’accordo nel ritenere che solo una cultura ed una educazione dell’accettazione, insieme a modelli di prevenzione e responsabilità sociale, potranno indirizzare ad una inversione di rotta, perché soltanto attraverso il rispetto nei confronti del proprio partner si può sperare di interrompere questa inaccettabile catena di morte e di violenza. Mario Rinaldi