Feltrinelli di Salerno, “Il giovane Enrico” - Le Cronache Salerno
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Feltrinelli di Salerno, “Il giovane Enrico”

Feltrinelli  di Salerno, “Il giovane Enrico”

Salerno, in una umida serata di febbraio, è stata il palcoscenico di un evento culturale di grande rilievo: la presentazione del romanzo “Il giovane Enrico”, scritto da Andrea De Simone e Tonino Scala. La libreria Feltrinelli ha accolto una folla delle grandi occasioni, segno del crescente interesse per un libro che, ad ogni incontro, sta raccogliendo un notevole successo di pubblico e critica. Posti in piedi e occupati tutti gli spazi, oltre la sala lettura. Il romanzo ripercorre la storia di Enrico Berlinguer, concentrandosi sulle scelte politiche e di vita di un giovane che, pur provenendo da una famiglia agiata di Sassari e con un futuro già tracciato, decide di abbracciare la politica con un impegno totalizzante, diventando rivoluzionario per professione. Una scelta che segnerà non solo la sua esistenza, ma anche la storia della sinistra italiana. Il testo, ricco di spunti storici e narrativi, si configura come un vero e proprio romanzo di iniziazione, capace di parlare sia ai nostalgici di una stagione politica irripetibile, sia alle nuove generazioni curiose di scoprire un personaggio chiave della politica italiana. Un parterre d’eccezione per un dibattito appassionante A moderare l’incontro è stato il giornalista Massimiliano Amato, affiancato dallo storico Carmine Pinto, da Luciana Castellina, figura storica della sinistra italiana, e ovviamente dagli autori. L’evento si è aperto con una dettagliata analisi del contesto storico da parte di Amato, che ha offerto una lettura approfondita del periodo in cui è ambientato il romanzo, permettendo ai presenti di immergersi nelle atmosfere politiche e sociali di quegli anni. Ha preso poi la parola Andrea De Simone, che, davanti a una platea variegata composta non solo da vecchi esponenti della sinistra ma anche da tanti giovani e da salernitani di diverse generazioni, ha raccontato la genesi del libro, tracciando un suggestivo parallelismo tra la scelta del giovane Berlinguer e la sua stessa esperienza personale. Un racconto denso di aneddoti e riflessioni, reso ancora più vivido dalla capacità narrativa di De Simone, che ha ripercorso gli anni della sua militanza politica come se fossero accaduti ieri. “La nostra città ha avuto un ruolo straordinario nella storia nazionale: sede del primo governo dopo la guerra; la scelta del partito nuovo di Togliatti; la scelta di vita del giovane Berlinguer; la fine del compromesso storico annunciato a Raito nel novembre ‘80”. A seguire, il professor Carmine Pinto, uno dei più importanti storici contemporanei ed amico personale degli autori, ha offerto una lettura critica del romanzo, sottolineandone la struttura narrativa e soffermandosi sulla sua funzione di romanzo di formazione. Un’opera che non si limita a raccontare una biografia, ma che pone il lettore davanti a interrogativi esistenziali e politici ancora attuali. L’intervento di Tonino Scala, scrittore e sceneggiatore, ha invece approfondito il processo creativo che ha portato alla stesura del libro. Scala ha messo in evidenza le sfide e le scelte narrative che hanno permesso di raccontare la storia di Berlinguer senza cadere nella retorica, ma con un linguaggio accessibile a tutti. Il cuore del suo intervento è stato il tema della scelta, che attraversa l’intero romanzo: la scelta di Enrico Berlinguer di lasciare un destino già scritto per intraprendere un cammino incerto, ma profondamente coerente con i suoi ideali. Luciana Castellina e il ricordo di Berlinguer A chiudere la serata è stata Luciana Castellina, che con la sua consueta passione ha rievocato il suo incontro con Enrico Berlinguer nel 1946, un ricordo carico di emozione e significato. Il suo intervento ha sottolineato l’attualità del pensiero di Berlinguer e il valore di un’opera come quella di De Simone e Scala, capace di rendere accessibile un pezzo di storia senza trasformarlo in un semplice saggio politico. La Castellina ha voluto complimentarsi con gli autori per l’operazione culturale compiuta: raccontare la storia non con un messaggio didascalico, ma attraverso un romanzo, uno strumento che consente di avvicinare anche i più giovani a vicende fondamentali per comprendere il presente. Proprio ai giovani è stata dedicata la seconda parte del suo intervento, con un accorato appello a non perdere la memoria storica e a mantenere viva la passione per l’impegno politico. Una serata da ricordare tra cultura e tradizione Il pubblico, rimasto fino alla fine incantato dai racconti e dai dibattiti, ha avuto modo di assaporare un altro elemento presente nel romanzo: “la scazzetta” di Pantaleone, dolce tipico salernitano che occupa un ruolo particolare nella storia narrata nel libro. Un omaggio reso ancora più speciale dalla presenza degli eredi della storica pasticceria Pantaleone, che hanno voluto offrire il dolce ai presenti, suggellando così una serata densa di emozioni, cultura e memoria condivisa. L’appuntamento alla Feltrinelli di Salerno è stato dunque un grande successo, confermando “Il giovane Enrico” come un romanzo capace di coinvolgere, appassionare e far riflettere, grazie a una scrittura che intreccia storia e narrazione con maestria.