Fauceglia: «A Salerno mancano progetti concreti di sviluppo urbano, città abbandonata» - Le Cronache
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Fauceglia: «A Salerno mancano progetti concreti di sviluppo urbano, città abbandonata»

Fauceglia: «A Salerno mancano progetti concreti di sviluppo urbano, città abbandonata»

di Erika Noschese
Sulle elezioni provinciali spunta il nome di Lello Ciccone. A lanciare la proposta di valorizzare le tante personalità presenti all’interno di Forza Italia è il professor Giuseppe Fauceglia, coordinatore cittadino del partito per il capoluogo di provincia. I forzisti sono sicuramente a lavoro per le europee, con le confermate ricandidature di Fulvio Martusciello, Lucia Vuolo ed Isabella Adinolfi ma anche gli altri appuntamenti elettorali come le europee e le provinciali.
Professor Fauceglia, Forza Italia Salerno ha eletto il coordinamento cittadino. Cariche che vanno a coprire un po’ tutti i settori più importanti a partire dal Bilancio…«La organizzazione orizzontale del partito è funzionale alla migliore conoscenza della situazione di fatto che interessa ogni dipartimento e destinata a formulare le proposte di governo e di amministrazione, le più tecniche possibili (con la capacità del dipartimento comunicazione di diffonderle tra il pubblico in maniera comprensibile). Un settore importante resta quello del bilancio del Comune e delle partecipate, sul quale sta lavorando una specifica commissione composta da esperti».
La prima attesa sfida resta quella delle Europee, quale ruolo giocherà il partito a livello locale? Ci sono già delle candidature di partenza?
«L’appuntamento delle europee resta importante. In primo luogo a livello politico perché resta rilevante affermare la linea e le proposte del partito popolare europeo, per combattere pericolosi populismi e sovranismi. In secondo luogo per affermare la presenza di FI e la sua capacità attrattiva con una proposta moderna della governance dell’Unione europea che non può di certo limitarsi ad un consorzio di grigi burocrati».
Lei è stato molto critico rispetto alle auto candidature, ce ne sono?
«Restano naturalmente candidati i parlamentari europei già in carica e voglio ringraziare in particolare l’on. Martusciello, Vuolo e Adinolfi, quest’ultima anche per aver creduto nel progetto del centro destra e aver ripensato alle precedenti posizioni populiste. Solo gli sciocchi non cambiano opinione. Per le europee non ci sono autocanditature, ma per i successivi appuntamenti già qualcuna ne intravedo. Non si tratta di nomi sui quali potremmo essere tutti d’accordo, ma di metodo. In un partito o in qualsiasi movimento le candidature nascono da un preventivo confronto interno. Non credo che l’elettorato di FI possa sopportare più candidati esterni o imposti».
Provinciali, in attesa di conoscere la data si lavora al programma. E se toccasse a Forza Italia esprimere il nome del candidato alla presidenza di Palazzo Sant’Agostino?
«F.I. sta lavorando anche al programma delle provinciali. In questo momento pare opportuno procedere alla selezione delle questioni più rilevanti per il territorio. Ci sono sindaci ed amministratori impegnati su questi temi, penso ad esempio per le zone interne al sindaco di Roscigno Palmieri o a Giuseppe Ruberto, ma tanti altri ve ne sono e tutti con il coordinamento di Roberto Celano. La mia grande aspirazione resta anche quella di valorizzare la presenza di tanti altri, penso al ruolo che può essere assegnato a Lello Ciccone (al quale tra l’altro mi lega un’antica amicizia)».
La sfida elettorale per eccellenza resta la Regione. Cosa non ha funzionato del sistema De Luca e cosa, invece, salverebbe?
«Al di là delle facili ironie su quelli che non ha funzionato, non possiamo appiattire la politica seria sul cabaret, attività che lasciamo volentieri ad altri. Bisogna registrare il completo fallimento della politica sulla sanità che il governatore intende nascondere con la proposta di eliminare il numero chiuso alla facoltà di medicina (utilizzato a soli fini elettorali). Il problema non è tanto e solo quello del numero dei medici ma quello della organizzazione efficiente del servizio pubblico, sia in termini di presenza sul territorio (penso alla scelta di eliminare i centri territoriali di cosiddetto primo soccorso o di guardia medica) che di qualità nelle prestazioni (ho osservato con grande stupore quello che è successo al reparto di cardiologia di Salerno) e poi bisogna pensare ad una nuova strutturazione del cosiddetto pronto soccorso che si è trasformato in un reparto di degenza. La sanità è di competenza delle regioni per cui non possono trasferirsi sul governo responsabilità del governo regionale anche perché da anni il presidente De Luca mantiene la delega del settore, in effetti un vero e proprio auto-commissariamento. Dunque le responsabilità sono e restano sue. Bisogna dire che qualche sforzo è stato fatto sulla gestione delle risorse naturali e sulla razionalizzazione del sevizio idrico integrato, con risultati che resta opportuno valorizzare e portare avanti. Molto poco sulle politiche industriali e produttive, in particolare nessun intervento significativo su portualità e logistica integrata (non è stato tentato dalla Regione neppure un coordinamento con le autorità presenti sul territorio, anche in termini di scelta degli investimenti). Molto poco anche nel settore della cultura dove forse potermi anche individuare scelte singolari di finanziamento che non mi pare abbiano favorito le iniziative più meritevoli. Non basta il finanziamento delle sagre paesane, finalizzate al consenso immediato ma sicuramente non idonee ad indicare un orizzonte vero di promozione della cultura. In questo, elemento di interesse lo riscontro nelle iniziative del ministro Sangiuliano».
Napoli bis, quale secondo lei il più grande fallimento di quest’amministrazione?
«L’amministrazione Napoli ha abbandonato a sé stessa la città. Assenza conclamata di qualsiasi progetto di sviluppo urbanistico, ormai affidato alla iniziativa privata di pura speculazione sui prezzi che ha occupato anche gli ultimi spazi liberi della città. Possiamo continuare in questa cementificazione? La città non presenta alcun elemento di forza sull’accoglienza e sullo sviluppo del turismo (quelli vero e non già quello tollerato dei b&b magari non autorizzati) e della portualità che resta la scommessa del territorio (e non mi riferisco a quella privata che avrebbe bisogno di qualche controllo sulla realizzazione delle opere pubbliche oggetto di convenzione). La carenza di qualsiasi intervento nella sanità delle strade è il risultato di un cattivo coordinamento con l’azienda sanitaria, ma siamo pieni di topi, blatte da dimensioni enormi e zanzare. Insomma un fallimento globale sotto gli occhi di tutte tutti, in un contesto in cui per decenni è difettato qualsiasi controllo di qualsiasi autorità e qualsiasi vero intervento serio delle opposizioni (fatte salve quelle condotte da Celano)».
L’onorevole Martusciello ha più volte ribadito che alla provincia di Salerno spetta la leadership anche a costo di spaccare la coalizione. È d’accordo?
«Diciamo la verità: la forza di questa amministrazione è stata direttamente proporzionata alla strutturale debolezza delle opposizioni. Non basta evitare la forza del clientelismo che in questi decenni ha coinvolto e ammutolito la città, bisogna già da oggi lavorare su candidature autorevoli e riconosciute e intorno a queste costruire alleanze e progetti. Se qualcuno del centro destra vuole continuare a svolgere il compito della crocerossina di soccorso al sistema De Luca può pure farli assumendone ogni responsabilità politica e morale nei confronti dei suoi elettori e dei cittadini salernitani. Noi di Forza Italia non ci staremo perché abbiamo altri obiettivi per la città. Per le elezioni, le candidature e per ogni altro appuntamento vi è tempo. La battaglia non si vince solo grazie ai candidati ma grazie all’impegno di tanti militanti ed elettori che con entusiasmo sostengono gli uomini e le ragioni di Forza Italia. Questi elettori e militanti sono stati dimenticati dai leader locali che pure sono stati da loro eletti, decenni di abbandono voluto per evitare di far crescere una classe politica competitiva, così assicurando agli accoliti propri le candidature e le promozioni distribuite a mero piacimento. Io stesso sono rimasti vittima di questo meccanismo. Per fortuna quelle persone sono andate via ed ora si aprono nuovi orizzonti: inclusione e partecipazione. Per questa nuova stagione dobbiamo essere grati a fulvio Martusciello che ha scommesso su queste nuove energie emerse dalla società civile. Ora tocca a noi portare avanti il suo entusiasmo».