Andrea Pellegrino
«Si sta giocando con la salute dei cittadini e con l’immagine della Regione Campania». Giovanni Romano, ex assessore regionale all’ambiente, conferma la sua preoccupazione: «Ci avviamo verso l’emergenza rifiuti, non è più un problema sporadico ma s t r u t t u r a l e . Speriamo che non si assista alle immagini che abbiamo visto durante gli anni bui della nostra regione». Preoccupazioni, prosegue Romano, «confermate dallo stesso Vincenzo De Luca», durante la consueta trasmissione tv del venerdì. «Ha ammesso che siamo in emergenza, ha detto che occorre trovare nuove discariche ed utilizzare le cave dismesse. Se fossi un amministratore di un territorio in cui è presente una cava dismessa inizierei a preoccuparmi seriamente». Così come – dice ancora l’ex assessore regionale – «si preoccupano i territori che devono installare un impianto di compostaggio. Se l’esempio è quello di Salerno (chiuso da oltre un anno), hanno tutte le ragioni per preoccuparsi. È certificato che quella tecnologia di impianto non è adatta. Ed è tutto certificato nella città di Vincenzo De Luca dove il sito di compostaggio è chiuso e non si sa neppure quando riaprirà». La situazione è seria: occorrono discariche e si ricomincia ad imballare rifiuti. «Non succedeva dai tempi del commissariato di governo – ricorda Romano – la nostra giunta, presieduta da Stefano Caldoro, hanno fatto dimenticare ai cittadini della Campania l’emergenza rifiuti. Ora siamo ripiombati con l’auspicio di non ritornare indietro». Ma i segnali di sono tutti, incalza l’ex sindaco di Mercato San Severino: «Da venerdì si torna ad imballare i rifiuti. Ed è qualcosa di assurdo. Ricordo l’ultima visita di Renzi in Campania: soldi pubblici per eliminare le ecoballe. Il risultato? Non solo ne sono state smaltite solo in minima parte ma ne stanno producendo anche delle altre». Tutta colpa di un piano rifiuti che «non serve a nulla», prosegue Giovanni Romano: «È stato certificato il fallimento della gestione di Vincenzo De Luca in Campania. Con il fallimento del ciclo dei rifiuti è caduto tutto il suo castello politico». Stir al collasso e società provinciali in crisi finanziaria. Il cortocircuito partirebbe da qui. «Si stimano 126 mila tonnellate di rifiuti che non dovrebbero trovarsi negli Stir. Non mi meraviglierebbe una loro chiusura nel caso in cui ci dovesse essere un controllo per l’Aia o per l’antincendio». A pagarne le spese sono i territorio, e di conseguenza i cittadini. «I comuni, disperati, sono costretti a rivolgersi ai privati pagando una tariffa di 200 euro a tonnellata». In ultimo il termovalorizzatore di Acerra: «Non produce più soldi ma li consuma. Il gestore – spiega ancora Giovanni Romano – è in attesa di definire il nuovo rapporto con la Regione Campania, chiedendo, tra l’altro, l’azzeramento del contenzioso. Questo significa ulteriori costi a carico dei cittadini». In conclusione, dice Romano: «Non penso che si possa stare allegri, siamo in emergenza e la responsabilità è di Vincenzo De Luca e di un piano rifiuti fallimentare».