Andrea Pellegrino
Dovranno ottenere i benefici per l’esposizione all’amianto durante il loro periodo di lavoro. È questa la sentenza, ora passata in giudicato, della sezione lavoro del tribunale di Nocera Inferiore che ha accolto il ricorso presentato da tre lavoratori dell’ex Ideal Standard. Secondo il giudice, i lavoratori sono stati assoggettati all’esposizione alle polveri di amianto per oltre un decennio in concentrazione superiore al limite previsto. Una conclusione, questa, supportata anche da una perizia che ha accertato la concentrazione di polveri nei capannoni dell’ex Ideal Standard. “In particolare – si legge nella sentenza – il consulente ha evidenziato come nel capannone industriale dove avevano avuto luogo le lavorazioni della fabbrica e nella successiva fase di dismissione dell’impianto industriale avvenuto sotto la gestione della Seafarm e della Sea Park, fossero presenti numerose parti strutturali in amianto e lavorazioni di materie prime contenenti quest’ultimo, in particolare: impasto ceramico dei sanitari, talco utilizzato, coperture dei capannoni, guarnizioni ed isolamenti dei forni di cottura e delle tubazioni e dispositivi di protezione individuale”. “Dunque – per il giudice – i ricorrenti hanno lavorato in qualità di operai addetti sia alle lavorazioni industriali sia alla fase di dismissione degli impianti ed hanno, quindi, diritto ai benefici di legge”. Condannato anche l’Inps al pagamento delle spese processuali che ammontano a circa 3500 euro. Una sentenza, questa, che arriva dopo anni ed anni di battaglie da parte di alcuni ex operai dello storico opificio di Salerno. Altri ricorsi ora sono al vaglio del Tribunale del Lavoro ma la pronuncia di Nocera Inferiore segna un punto positivo per gli ex operai che attendono il riconoscimento dei benefici per l’esposizione all’amianto durante gli anni della lavorazione. Una battaglia che dura da anni e seguita con passione e determinazione dagli avvocati Anna Amantea eDante Stabile. Resta sullo sfondo la vicenda penale che riguarda l’interramento di eternit all’atto della dismissione della fabbrica. Sul caso era stato aperto, dopo alcune denunce, tra cui quella firmata dall’Adiconsum (Cisl) e un reportage pubblicato su queste colonne e ripreso da LiraTv, un fascicolo dalla Procura della Repubblica di Salerno. Le indagini furono affidate al Noe. Ma da allora non si hanno più notizie. Non si esclude che la vicenda possa essere stata archiviata.