di Erika Noschese
Vive e lavora a Bruxelles dal 2013. Napoletana d’origine lavora per il segretariato del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Si tratta di Simona Russo, la 34enne candidata alle prossime elezioni europee, con il Partito Socialista Italiano nella circoscrizione del sud. Simona, candidata con il Psi, cosa puoi portare in Europa e al parlamento europeo? «Riprendo un po’ quello che è il mio slogan di questi giorni: più Europa al sud e più sud in Europa. Bisogna costruirlo questo ponte, non è che non c’è, bisogna rafforzarlo più che costruirlo perché mi rendo conto che molto spesso si sente una distanza enorme con quelle che sono le istituzioni europee, con l’Europa stessa e secondo me è giusto darci questa possibilità». Da parlamentare europea, cosa potresti fare tu per il sud? «Il sud è una terra di enormi potenzialità, di enorme cultura, di persone che, checché si dica, si spaccano la schiena. Siamo una terra di talenti: qui abbiamo tantissimi giovani che fanno tantissime cose; è una terra di agricoltura, cosa che dovremmo potenziare di più. Poi, i nostri talenti devono essere potenziati e aiutati e l’Europa in questo può darci una mano: ci sono tantissimi progetti di formazione, educazione. Sembra scontato parlare dell’Erasmus o del Leonardo ma sono progetti favolosi che hanno dato degli strumenti e hanno aperto mondi a tantissimi di noi. Io sono una che fa parte della generazione Erasmus. Poi, bisogna costruire altre cose e il resto, anche per me, verrà man mano». Come facilmente prevedibile non sono mancate critiche per l’alleanza con +Europa, un partito distante dalla tua linea iniziale…«E’ chiaro, non era la mia linea ma se c’è un partito che discute, c’è un congresso dove alla fine si decide per una linea, io credo che il partito e il congresso è sovrano e bisogna lavorare uniti». Se dovessi essere eletta su cosa lavorerai nell’immediato? «Io mi sono occupata molto di esteri e internazionale. Con il partito mi sono occupata dei rapporti con il partito socialista europeo e lavoro con una piattaforma che lavora con le istituzioni ma che crea un ponte con la società civile, i sindacati e tutti gli attori della società. Mi piacerebbe continuare nella sezione affari esteri, le questioni di genere. Ma anche su molto di più».