Pina Ferro
Aveva fatto da intermediario nella vendita di un camping e per questo avrebbe avanzato la richiesta di avere, da ognuna delle parti, la somma di 5000 euro. Con l’accusa di estorsione, aggravata dall’articolo 7 (metodo mafioso), è stato rinviato a giudizio il boss Giovanni Marandino di Eboli, difeso dall’avvocato Arnaldo Franco.
Ad inoltrare al Gup Stefano Berni Canani, la richiesta di rinvio a giudizio è stato il pubblico ministero della Dda, Vincenzo Montemurro che ha aperto un’inchiesta a seguito della denuncia presentata dai due soggetti che avevano effettuato la compravendita . I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2013 ed il 2015. Secondo l’impianto accusatorio sembra che Marandino abbia fatto da intermediario tra due suoi familiari interessati ognuno per la propria parte, alla vendita e acquisto di un campeggio ubicato nella cittadina dei templi. Il boss della Piana del Sele, avrebbe interloquito con entrambi e fatto sì che l’affare andasse a buon fine e che fosse conveniente per entrambi. Il camping fu acquistato, sembra per 100mila euro.
Terminato tutto l’iter previsto per la compravendita il boss chiese ai due congiunti un obolo per la sua intermediazione: il venditore e l’acquirente furono invitati a versargli la somma di 5000 euro ciascuno. Una richiesta che colse di sorpresa i due, i quali non si mostrarono per nulla disposti a “riconoscere” a Giovanni Marandino l’impegno profuso affinché entrambe le parti potessero concludere l’affare senza amaro in bocca.
A seguito della richiesta di 5000 euro i due si rivolsero alla magistratura che aprì un’inchiesta affidata al magistrato della Direzione distrettuale antimafia Vincenzo Montemurro. Ieri è arrivato il rinvio a giudizio. La prima udienza del procedimento è fissata per il prossimo mese di gennaio.