Finisce con condanne leggere (23 anni di reclusione) il processo a carico di Giuseppe Stellato alias Papacchione e altri 8 imputati accusati di “estorsione e lesioni personali, porto e detenzione di armi in luogo pubblico, concorso in spaccio di sostanze stupefacenti e truffa. Tre anni di reclusione per Giuseppe Stellato, due anni e 10 mesi per Cesare Pennasilico, tre anni e 8 mesi per Gerardo Giordano, 3 anni e 8 mesi per Domenico Stellato figlio di Giuseppe Papacchione, otto mesi per Consolato Esposito (conosciuto come capo ultras della Salernitana nonchè figlio di Lucio ucciso in un circolo a Portarotese nell’estate del 1998), due anni e 8 mesi per Luigi Calabrese, 3 anni e 4 mesi per Antonio Castellano (zio di Giuseppe Stellato), un anno e 8 mesi per Mario Viviani e infine due anni e 6 mesi per Giuseppina Picardi moglie di Stellato. E’ quanto deciso ieri dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno a capo del processo con rito ordinario. Le accuse nei confronti degli indagati traggono origine da un’articolata attività d’indagine intrapresa dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno nel mese di aprile 2019. L’attività, condotta attraverso indagini tecniche e mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, è risultata particolarmente complessa poiché era stato necessario ricostruire i reali titolari di schede telefoniche fittiziamente intestate ed utilizzate per lo svolgimento di traffici illeciti. Nella impostazione accusatoria gli indagati gravitavano attorno alla figura di Giuseppe Stellato che avrebbe nel tempo assunto una posizione di predominante rilievo, già prima della sua definitiva scarcerazione, avvenuta nel mese di maggio 2020, servendosi di permessi che gli davano la possibilità di rientrare sul territorio del capoluogo. Pappacchione, direttamente o tramite intermediari, secondo l’accusa avrebbe instaurato e riallacciato rapporti, attraverso l’invio di lettere o incontri personali, con svariati pregiudicati salernitani, nel tentativo di formare un gruppo criminale finalizzato ad acquisire il controllo dell’attività di spaccio di stupefacenti nella citata “zona orientale” di Salerno, fino al suo arresto in flagranza, operato il 25 luglio 2020 dai Carabinieri di Salerno, per la violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Stellato avrebbe estorto una parte dei proventi delle attività di spaccio percepite dai pusher presenti nell’area orientale di Salerno e in alcune strade del centro cittadino, nonché danaro ai danni di un esercente commerciale e portato e detenuto in luogo pubblico delle armi (tra cui un kalashnikov), con le quali avrebbe esploso, nel mese di luglio 2020, su pubblica via, 13 colpi di pistola senza un obiettivo preciso, ma al solo scopo dimostrativo, danneggiando alcuni palazzi. mentre era a bordo della sua auto con altri due indagati. Nello stesso mese, unitamente ad altri 7 indagati, avrebbe altresì gambizzato con due colpi di pistola un pusher, cagionandogli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni di prognosi, al fine di imporre la propria supremazia territoriale. Altri imputati (incluso un avvocato) hanno proceduto con il rito abbreviato. Nel collegio difensivo tra gli altri Luigi Gargiulo, Felice Lentini, Carlo Di Ruocco, Massimo Torre e Pierluigi Spadafora
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