di Gennaro D’Amico
Siamo ormai entrati nel periodo della bella stagione e come ogni anno ci si prepara ad accogliere le migliaia di turisti che popoleranno le città costiere. Quest’anno, la provincia di Salerno aprirà la stagione estiva con l’evento che si preannuncia come il più atteso di tutta l’estate, ovvero l’inaugurazione – l’11 luglio prossimo – dell’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi, che ufficialmente riaprirà i battenti.
Dopo anni di rinvii, le principali compagnie aeree hanno inteso investire nello scalo salernitano, invogliati dalla sua posizione strategica nonché per il numeroso bacino d’utenza di cui gode. La speranza è quella di usufruire di uno scalo che darà un importante impulso al turismo e all’economia della Campania, contribuendo a razionalizzare i volumi di traffico grazie ad una gestione sinergica, complementare e sostenibile del principale aeroporto campano, ovvero quello di Napoli-Capodichino.
A questo punto, compito delle amministrazioni locali sarebbe quello di attuare valide strategie turistiche al fine di invogliare a visitare le località poste a Sud di Salerno. Le aspettative non sembrano però essere delle migliori, in quanto, trascorsi ormai molti mesi di distanza dall’annuncio dell’apertura dello scalo, non sembra siano state attuate grandi campagne pubblicitarie e di divulgazione delle bellezze della costa cilentana. Un’importante occasione di confronto è stata la seconda edizione dei quadri generali del turismo sostenibile dove, nel corso di un convegno inserito in rassegna, si è palesato un quadro non molto positivo riguardo le previsioni turistiche sull’estate 2024 secondo gli operatori turistici del Cilento.
Notorio è che questa terra, negli anni, si sia concentrata più su un turismo di prossimità che su un turismo estero. I dati del sondaggio parlano che dal 2004 ad oggi il Cilento abbia perduto quasi del tutto i flussi esteri, – circa il 67% in vent’anni secondo l’Istat. Le prime tre cause di questa enorme perdita sono dovute principalmente alle difficoltà dei trasporti, alla scarsa manutenzione dei collegamenti interni, alla mancanza di infrastrutture adeguate ad accogliere i flussi esteri ma anche alla scarsità dei servizi come la poca formazione linguistica degli addetti o anche i mancati accordi con i tour operator e agenzie. Il dato finale che emerge è quello di un territorio che, pur potendo contare su enormi potenzialità di sviluppo turistico, risulta reticente nello sfruttarle.
Negli anni, le politiche poste in essere non hanno favorito quello sviluppo in termini di miglioramento della qualità dell’offerta turistica. Quel che occorre è pensare, programmare e incentivare uno sviluppo turistico mettendo a sistema tutte le forze al fine di permettere il tanto atteso rilancio. Se pensiamo alla città di Agropoli e al suo porto turistico – il più grande del Cilento – notiamo come la politica non abbia inteso, negli anni, investire su di esso, non permettendogli così di diventare un volano di sviluppo per l’intera città.
Alla lunga, la mancanza di visione e l’impostare una strategia turistica con progettualità di breve periodo, viene pagata a caro prezzo in termini di poca appetibilità turistica. Recente è la proposta fatta dall’Anci Campania, circa l’istituzione dell’Osservatorio Turistico della Regione Campania. Nella nota firmata dal presidente Carlo Marino si evidenzia come “l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati, insieme a una attenta fase interpretativa degli stessi, risulta essere fondamentale per il successo delle attività di programmazione e pianificazione delle destinazioni turistiche. Questo è un segnale che dovrebbe muovere tutti gli operatori del settore”. Una seria programmazione, concertata e basata su un piano di azione chiaro, sarebbe dimostrativa dell’intento di rilanciare dal punto di vista turistico un intero territorio che oggi soffre non poco.
E quindi, cosa fare? Innanzitutto gli enti pubblici dovrebbero intraprendere una serie di azioni al fine di riconquistare i flussi perduti: in primis tenere sotto controllo l’affitto estivo selvaggio delle case private. -tra le priorità elencate dagli operatori turistici -, insieme ad azioni di marketing tradizionali come la partecipazione a fiere estere ma anche curare l’aspetto estetico del territorio e promuovere l’apertura del nuovo scalo aeroportuale di Salerno. Se ci si ferma ad osservare i dati, le stime prevedono che la riapertura dell’aeroporto Salerno Costa D’Amalfi porterà, nei primi sei mesi di servizio, circa 400mila persone – con una media di duemila persone al giorno – divenendo così uno snodo turistico importante per la Costiera Amalfitana e il Cilento visitate, soprattutto d’estate, da migliaia di persone.
In tal senso, il compito della politica dovrebbe essere quello di sfruttare un momento propizio e cogliere un’occasione di rilancio unica. Consci della difficoltà della sfida, è ora di agire. Agli amministratori viene richiesto un cospicuo investimento in termini di visione e di fondi pubblici nella prospettiva di inseguire uno sviluppo e un netto miglioramento dell’offerta turistica che, oggi più che mai, risultano necessarie.