di Monica De Santis
A cinque mesi e due giorni dall’inizio dell’estate, organizzatori, compagnie teatrali, gruppi musicali ed altri si iniziano a porre una domanda. Che estate avremo? Domanda lecita e che ovviamente non si riferisce alle condizioni climatiche, bensì alla possibilità di poter organizzare eventi e rassegna in uno o più punti della città. Dopo anni in cui Salerno ha vissuto un calo nella programmazione estiva, nel 2020, complice anche la chiusura di tutte le strutture culturali per diversi mesi, la città riuscì ad avere un’estate molto ricca, con ben tre mesi di appuntamenti (non tutti di ottima qualità, questo va detto) che si sono svolti su tre e più location. Arena del Mare, Barbuti e Augusteo, messi a disposizione dal Comune mediante un bando aperto agli operatori salernitani, e poi ancora Sant’Eustachio, Santa Maria a Mare, Santa Margherita, Tenuta dei Normanni, dove si sono svolsero altre manifestazioni organizzate da compagnie e associazioni. L’anno successivo, l’estate scorsa, il primo prevedibile passo indietro. Prevedibile, perché a Salerno tutto quello che funziona, solitamente viene bloccato. Perchè? Una domanda alla quale in tanti negli anni hanno cercato una risposta senza mai trovarla. Niente Arena del Mare per tutti, niente Teatro Augusteo, diventato un centro Hub per i vaccini e niente Barbuti, dove, fortunatamente ha resistito almeno la rassegna ideata e pensato da Peppe Natella più di 30 anni fa. Dopo un tira e molla, anche un po’ estenuante, l’amministrazione comunale, su spinta dell’allora assessore Antonia Willburger, oggi consigliere comunale di maggioranza, si è riuscito a realizzare un’Arena al Parco del Mercatello, spazio che, contro ogni previsione, convince e conquista, richiamando moltissimi spettatori, per la gioia degli operatori culturali. Ma la tardiva programmazione, ha visto la scorsa estate un cartellone striminzito che è riuscito a coprire solo un mese, con appuntamenti messi in scena neanche tutte le sere. A compensare le mancanze dell’amministrazione comunale, che lo scorso anno ha messo la cultura e lo spettacolo in secondo piano, giustificandosi dietro la famosa frase “non ci sono soldi”, ci sono stati sempre, fortunatamente, gli appuntamenti organizzati dai privati, alcuni con il patrocinio o contributo di Comune, o Regione o Fondazioni, in altre location (vedi Salerno Letteratura, Tenuta dei Normanni, Santa Margherita, e la Lirca del Verdi etc…), ma, a conti fatti, troppo poco per una città che conta circa 125mila abitanti e che nei tre mesi estivi si aspetta un’offerta culturale più ampia rispetto a quella che viene abitualmente proposta. E quest’anno? Che estate ci attenderà? Di sicuro i salernitani potranno contare (almeno lo si spera) su rassegne consolidate, come Salerno Letteratura, Premio Charlot, la Lirica e il Teatro dei Barbuti. Ma per altre? Per quelle che dal Comune ottenevano un piccolo contributo o una location, cosa succederà? E soprattutto si riavrà l’Arena al Parco del Mercatello, oppure, come tradizione salernitana vuole, visto che ha funzionato lo scorso anno è meglio non farla? Domande, tante, alle quali ora più che mai è difficile dare una risposta, anche perchè nella nuova giunta Napoli non è stato previsto un assessore alla cultura e spettacolo, (scelta quanto mai discutibile). Il sindaco ha pensato bene di tenere per sé questa delega, rendendo il tutto più complicato. Perchè se prima si facevano proposte all’assessore competente e con questo si riusciva anche a parlare, riuscendo ad ottenere risposte, in positivo o negativo, ora invece, per chi non supera l’ostacolo passando per altri assessorati, l’unico mezzo è protocollare una proposta indirizzata al Sindaco e sperare che prima o poi arrivi un cenno. Intanto i giorni trascorrono e il tempo fugge: se si vuol organizzare qualcosa di culturalmente valido o rassegne con nomi prestigiosi, più si attende e più diverrà impossibile.