di Andrea Pellegrino
«Salerno: una piccola città e un grande paese. Completamente slegata dal restante contesto regionale. E’ un’oasi che non tiene conto neppure dei paesi limitrofi». Inquadra così la città di Salerno, Vincenzo Siano, consigliere comunale dagli anni ’80 fino al ’93, militante dapprima del Partito liberale italiano, poi della Democrazia cristiana, area Scarlato. Oggi – dice – «mi interesso poco di politica attiva, bensì mi interesso di politica sotto l’aspetto “culturale”. Questo – prosegue – perché non mi identifico in quel “niente organizzativo” che c’è oggi». Tradotto: «Gruppi di potere che hanno svuotato la città di Salerno».
Oggi, Siano è coordinatore regionale e provinciale del Movimento liberale che si rifà ai principi del vecchio movimento europeo ed italiano.
Salerno è una città turistica?
«C’è un tentativo in atto ma c’è tantissimo ancora da fare. Non basta l’appellativo o l’intenzione per costruire una città turistica. Innanzitutto poco offriamo ai turisti. Qui a Salerno non c’è la concezione dell’accoglienza turistica. Questo è un problema che andrebbe affrontato con urgenza: occorre una formazione anche della stessa cittadinanza ad una accoglienza turistica che faccia di Salerno davvero una città turistica a tutti gli effetti”.
Passiamo alla trasformazione urbanistica della città di Salerno.
«Cambiare sì ma nel rispetto della vocazione della città e nel solco di un progetto politico più ampio. Praticamente stiamo trasformando nella forma ma non nel contenuto. Così a mio avviso trasformiamo ben poco. Ad esempio: se abbiamo un centro storico fatiscente a che serve costruire poco distante una piazza? Ancora se ci sono vani vuoti (nello stesso centro storico) e c’è una decrescita abitativa a che serve sviluppare nuove unità immobiliari?»
Un giudizio sul Crescent e Piazza della Libertà?
“La Piazza? Va contro le tendenze culturali del passato. Qui a Salerno i veri centri d’aggregazione erano i larghi. Basti pensare a Largo Campo. Piazza della Libertà non può essere una entità culturale di Salerno se simbolo di questa città. Sul Crescent? Con un centro storico con tanti volumi inutilizzati ho grossi dubbi sui benefici che possa portare il Crescent”.
Sullo stadio “Vestuti”?
«Dobbiamo riprendere la memoria di quei luoghi. Innanzitutto ricordiamo che lì c’era il vecchio cimitero»
Come giudica l’avvio della nuova metropolitana?
«Non vedo flussi così imponenti in città tali da giustificare una metropolitana. Così come vedo un metrò al solo servizio cittadino senza un allargamento alle zone confinanti. Servirà? Secondo me, al momento, è solo fumo negli occhi. Questi servizi si basano sui numeri e sui flussi di viaggiatori. Qui ci sono?»
Un parere sulla Cittadella Giudiziaria?
«C’è un grosso errore. Non doveva essere realizzata in un unico blocco, bensì attraverso lotti funzionali. Così potevano essere trasferiti i vari settori senza attendere il completamento di tutta l’opera».
Tra un mese si riaccenderanno le Luci d’Artista, un suo giudizio
«Penso che l’evento Luci d’Artista sia positivo. Nel senso che ha dato quel pizzico di inventiva che ha consentito la promozione della città. Ma attenzione: accanto alle luci va offerto altro. Oltre la luce ed i rumori o i fuochi, occorre dare altro, anche culturalmente, socialmente e sotto il profilo del lavoro»
Pregi e difetti di questa città?
«Qui ci sono nato ed ho scelto di viverci. E’ difficile che trovi dei difetti: è una città che mi sta troppo a cuore. Certo c’è la speranza che si possa vivere sempre meglio»
Da ex amministratore comunale un suo giudizio sull’attuale Consiglio comunale
«E’ un insieme di persone rispettabili ma di politico ha ben poco. Questo sicuramente anche grazie alla legge che ha accentrato nel sindaco tutti i poteri, svuotando quindi i Consigli comunali. Ma anche perché oggi chi fa politica è perché insegue il posto di lavoro. Prima no, era il contrario. Faceva politica chi aveva già realizzato nella vita. Era una passione e venivano appunto rappresentate le categorie, le professioni, la cultura. Basta vedere i Consigli comunali di venti anni fa per accorgersi delle presenze di alto profilo».
Il miglior sindaco di Salerno?
«Occorrerebbe sapere l’unità di misura. Comunque inserisco tra i grandi Michele Scozia, Vincenzo Giordano e lo stesso Enzo De Luca. Oggi il sindaco De Luca è un gigante rispetto a ciò che ha attorno. Oltre De Luca non c’è nulla».
Appunto, dunque, dopo De Luca?
«Il nulla. Non c’è dibattito politico, non c’è alternativa. Questo è il vero problema a Salerno. Abbiamo avuto solo una illusione con l’attuale esperienza in Provincia, ma onestamente è naufragato il tutto. Non vedo nulla»
Vincenzo De Luca Governatore della Campania?
«Mi auguro di sì perché Caldoro in questo momento sta brillando del niente. E non senza rammaricarmi dico ciò: sono stato un elettore di Caldoro ma auspico in Regione un cambio».