Enzo Moscato: Variazioni in "modo minore" - Le Cronache
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Enzo Moscato: Variazioni in “modo minore”

Enzo Moscato: Variazioni in “modo minore”

Doppia replica, questa sera e domani per lo spettacolo progettato da Pasquale Scialò, che inaugurerà la nuova stagione del Teatro Ghirelli

 Di OLGA CHIEFFI

 L’opera è un interrogativo critico, un’interruzione potenziale che riconfigura termini, temporalità e premesse. Questa sera, alle ore 20,30 e domani, alle 19, ci ritroveremo in un rinato Teatro Ghirelli con l’Enzo Moscato di “Modo minore”, un titolo che rende l’essenza della nostra tradizione, della nostra cultura. Il modo minore si sa è latore di diversi significati: da quelli squisitamente musicali in riferimento alla natura degli intervalli, alle scale o agli accordi, caratterizzante ‘ armonia partenopea, a quelli legati all’esperienza quotidiana per indicare qualcosa di ridotto, meno importante, più giovane. “Modo minore”, quindi, indica un viaggio obliquo nelle sonorità tra gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, una zona d’ombra che racconta gli aspetti meno conosciuti ma anche popolari, addirittura plebei e significativi della storia musicale e sociale di Napoli. Come il mare, che un tempo ha agevolato il passaggio della maggior parte delle culture, i processi sonori e poetici proporranno un’economia affettiva, destinata a scardinare le configurazioni fisse di tempo, spazio e appartenenza, in una continua ricerca. Tradizioni antiche e sonorità particolari arriveranno filtrate da una sensibilità leggiadra, capace di evocare nel corso della stessa canzone il fumo e il mistero della foresta amazzonica, il volo metafisico, l’ umorismo sperimentale e le più genuine risonanze etniche. Enzo Moscato con il sostegno di Paolo Cimmino, Antonio Colica, Antonio Pepe e Claudio Romano, disegneranno mappe musicali che produrranno forme d’interferenza in grado di ridare voce a storie nascoste, rendendole così sonore e percepibili. L’importanza dei “suoni”, tutti, non sta unicamente nella forza narrativa, ma anche nella capacità di sollevare questioni critiche. I suoni ci attirano verso ciò che sopravvive e persiste come risorsa culturale e storica, capace di resistere, turbare, interrogare e scardinare la presunta unità del presente. Al titolo, “Modo minore” si adegua anche la scelta delle canzoni in scaletta, che alternano classici come “Accarezzame”, “Giacca rossa ‘e russetto”, “Arrivederci”, “Cerutti Gino” e “Ciao amore ciao” a – di qui, soprattutto, il titolo – brani per l’appunto “minori”, specialmente in quanto semisconosciuti o dimenticati) come “‘O bar ‘e ll’Università”, “Nun t’aggio ‘a perdere” e “Mandolino d’ ‘o Texas”. Ritroveremo “Modo minore” anche nel cortometraggio che verrà proiettato, realizzato da Carlo Guitto, con Cristina Donadio, Ernesto Mahieaux, Enzo Moscato, Enzo Perna, Nunzia Schiano, ed i piccoli Maria Pia Affinito, Isabel e Oscar Guitto, Elisa e Dario Barletta, Michele e Francesca Fiorellino, per arricchire un percorso interamente dedicato alla memoria dell’amico Francesco Durante. Il preludio alla serata al Ghirelli, avverrà, infatti, alla Sala Pasolini, alle ore 18,30, con la presentazione di “Camillo & Son – Vita e morte di due grandi giornalisti tra Italia e America” (Carabba), opera postuma di Francesco Durante. Ne discuteranno lo storico Mauro Canali e il giornalista Mariano Ragusa. L’incontro sarà preceduto da un saluto del direttore del Festival Ines Mainieri e dell’assessore alla cultura del Comune di Salerno Tonia Willburger. Il testo, basato su una imponente documentazione d’archivio, racconta le vite di Camillo e Camille Maximilian Cianfarra, padre e figlio, giornalisti tra Italia e America. Due storie personali che incrociano la grande storia con tutti i suoi protagonisti. Unite da una comune passione e da un tragico destino. Nel nome della libertà. Ricordiamo inoltre che in questa occasione sarà presentato il video realizzato da Salerno Letteratura per ricordare il suo direttore artistico prematuramente scomparso. “Le infinite rive di Francesco Durante”, questo il titolo del docufilm, ha come filo conduttore il mare e l’idea che la riva è un approdo, ma anche un punto di partenza.