Migliaia di persone hanno accompagnato, questo pomeriggio, in processione per le vie del centro cittadino la statua di San Matteo, patrono di SALERNO. Clima sereno e nessuna polemica, dopo le tensioni dello scorso anno. Dal Duomo sono uscite le statue di San Matteo, San Giuseppe, San Gregorio VII e dei santi martiri Ante, Gaio e Fortunato accolti da tre bande musicali. Quest’anno il protocollo concordato tra curia e portatori ha previsto che le paranze addobbassero le statue all’interno della cattedrale. Quattro le soste in totale. La prima in piazza Portanova, dove si è tenuta la preghiera per gli ammalati e il mondo del volontariato. Seconda sosta di preghiera all’incrocio tra corso Garibaldi e Via dei Principati. Terza sosta di preghiera sul Lungomare per la gente del mare, per il mondo del lavoro e per i profughi che hanno perso la vita in mare. Quarta, e ultima sosta, davanti al Comune, sulla via del ritorno, con una preghiera per le istituzioni e per tutti i salernitani. L’ingresso all’interno di Palazzo di Città è stato consentito solo al Braccio di San Matteo, con il quale Mons. Luigi Moretti ha impartito la benedizione del Palazzo Comunale, dinanzi alla vetrata raffigurante l’effigie del Santo Patrono. Al seguito della processione, l’assessore comunale Eva Avossa in rappresentanza del Comune, e le autorità religiose, politiche e militari. Tra gli altri anche Claudio Lotito, patrono della Salernitana. Non era presente alla processione l’ex sindaco e attuale presidente della Regione Vincenzo De Luca, impegnato questo pomeriggio sarà alla direzione del Pd a Roma. La processione si è conclusa con la tradizionale e suggestiva corsa sulle scale del Duomo e la rotazione completa delle paranze davanti alla balaustra prima di rientrare in chiesa per la messa nella cripta. La processione è stata all’insegna della sobrietà e del rigore. Nessuna polemica o scontento da parte dei portatori o delle migliaia di spettatori che hanno accolto le paranze tra cori, preghiere, applausi, coriandoli, fiori e poster alle finestre con l’immagine del Patrono che recitava “SALERNO è mia: io la difendo”.
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