di Olga Chieffi
Sarà Doretta il personaggio che farà da nume tutelare al secondo appuntamento con la rassegna che proporrà in questo ottobre, nell’incantevole cornice della Chiesa di Santa Maria de’ Lama, alle ore 20, le più belle voci della scuola di canto del nostro conservatorio. La serata vedrà entrare subito in scena la reginetta del caffè Momus, Musetta, interpretata da Azzurra Terranno, tutta spigoli, vivacità e sex appeal, con il suo equivoco valzer. A Giulia Moscato è stata affidata l’aria la cui fama ha superato di gran lunga quella dell’intera opera che è la Rondine di Giacomo Puccini, da cui è tratto il tema di questo récital “E fu quel bacio, fu la passione”. L’unico momento nel quale riconosciamo una reale ricercatezza e profondità musicale de’ La Rondine, è proprio “Chi il bel sogno di Doretta” che viene cantata prima dal poeta Prunier poi da Magda: il testo tratta proprio di come niente al mondo abbia importanza come l’amore (“che importa la ricchezza se al fine è rifiorita la felicità”). Si è da poco conclusa la stagione estiva del teatro Verdi di Salerno con l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti ed ecco ritornare Adina, con la sua aria di sortita “Benedette queste carte”, interpretata da Valeria Feola, in cui esprime le ragioni dell’opera che è una rilettura comica e campagnola del Tristano e Isotta, sapendo leggere e far di conto, aumentando, così la sua aria maliziosa. Un deciso passo indietro con la Merope di Geminiano Giacomelli e l’aria di Epitide, “Sposa, non mi conosci”, dal III atto, che verrà elevata dal controtenore Giuseppe Manzo. La musica in genere si sovrappone al testo col preciso intento di cogliere aspetti più intimi del personaggio, più che ambientare situazioni. Ritorna il Donizetti dell’Elisir con l’entrata di Nemorino, che avrà la voce di Gaetano Amore, tutto sospiri e ingenuità, in perenne contemplazione di Adina in “Quanto è bella, quanto è cara”. Il programma prosegue con Bellini e la scena e l’aria finale tratte dalla Sonnambula, in cui ritorna in palcoscenico la Valeria Feola, nel ruolo di Amina per cimentarsi nell’aria “Ah, non credea mirarti…, culmine espressivo del commovente monologo della protagonista che esemplifica al meglio le qualità liriche della vocalità belliniana e, a seguire, nell’aria finale del secondo atto “Ah! non giunge uman pensiero” in un immediato passaggio da un terreno di eterea espressività, ariosi ad acrobazie vocali poi convoglianti nella conclusione “Ah! non giunge uman pensiero”, che suggella l’armonia ritrovata e la festa per le nozze di nuovo in ballo. Il contralto Camilla Farias sarà l’impavida Isabella rossiniana dell’Italiana in Algeri, che canterà “Amici in ogni evento….pensa alla Patria”, una pagina imprevista, questa, quasi un comizio pre-risorgimentale, specchio di un realismo pratico dove si riflettono le stramberie maschili. Ritorna la Bohème, stavolta con la Mimì del III quadro, quello della Barriera d’Enfer, che prelude alla sua morte. Lasciati soli, Mimì e Rodolfo virano verso il genere sentimentale puro, intriso dell’amarezza del ricordo. L’aria “Donde lieta uscì” è un’autentica gemma, un’oasi di tenerezza e dignità per il soprano, che sarà Giulia Moscato. Maurizio Bove sarà Escamillo il torero della Carmen di George Bizet personaggio che drammaturgicamente accende la gelosia fa precipitare gli eventi macho, ma infinitamente troppo vacuo e fatuo; per il suo ruolo Bizet prescrive che si canti avec fatuité per nonapparire convenzionale: sua la lunga e impegnativa aria “Votre toast”. Seguirà un prezioso portrait dell’ ultimo Wolfgang Amadeus Mozart con il lied Abendempfindung K523, con la sera, quale medium d’elezione per riflettere sulla vanitas della vita e su di un mondo di Luce come quello di Sarastro, eseguito da Valeria Feola e la seconda aria, “Der Holle Rache Kocht in meinem Herzen”, della Regina della Notte, madre potente e sconfitta il cui canto, di estremo virtuosismo vocale echeggia tra gli spazi siderali, che avrà la voce di Giada Campione. Gaetano Amore e Valeria Feola ci catapultano nuovamente nell’Elisir d’amore: il primo per la “Piagnucolata”, come definì Romani la Furtiva lagrima, che trasforma Nemorino da sempliciotto contadino in sognatore romantico, la seconda canterà “Prendi per me sei libero” che si intona perfettamente all’atmosfera della romanza. Martina Sinagra sarà regina di Zarzuela con “Me llaman la primorosa” da El barbero de Sevilla di Jeronimo Gimenez. Ritorna Bizet stavolta con il duetto da Les Pecheurs de Perles, il duetto del I atto tra Zurga e Nadir, “Au fond du temple saint”, purtroppo più volte rimaneggiato (non sempre con esiti felici) dopo la morte dell’autore, che per certi aspetti anticipa soluzioni utilizzate poi in Carmen, affidate alle voci di Maurizio Bove e Christian D’Aquino. Finale verdiano con Valeria Feola e Gaetano Amore i quali s’incontreranno sulle note di “Parigi, o cara”, in cui Alfredo, finalmente dimostra un po’ di spirito cavalleresco e attacca il cantabile del duetto con Violetta nel suo metro di 3/8 Andante mosso, quel tempo quasi di valzer che aveva caratterizzato, il “brindisi” e l’aria della protagonista del I atto.