Dossier "Gregge" insabbiato in Vaticano e scomparso a Salerno - Le Cronache
Ultimora

Dossier “Gregge” insabbiato in Vaticano e scomparso a Salerno

Dossier “Gregge” insabbiato in Vaticano e scomparso a Salerno

di Antonio Manzo
Il decreto di scioglimento dell’associazione para-ecclesiale “Il Gregge” è stato ufficialmente pubblicato con firma dell’Arcivescovo Bellandi e del cancelliere della Curia don Francesco Sessa. Allo scioglimento l’Arcivescovo arriva dopo una serie di elementi citati nel decreto tra cui le” evidenti ed ingiustificate censure” del Consiglio direttivo dell’associazione espresse allo stesso arcivescovo Bellandi al momento della rimozione di uno dei due parroci nominati alla cappella di Montecorvino Pugliano, don Emanuele Vivo. Trascorsi sette giorni, trenta membri dell’associazione inviano una lettera a Bellandi nella quale esprimono una netta presa di distanza nella forma e nella sostanza del dissenso espresso solo da una parte di essa. Ora sono noti i protagonisti della disciolta associazione laicale salernitana “Il Gregge”. Il dossier sulla “setta” para-ecclesiale era, da ben diciassette anni, all’attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede . . Dossier “coperto” a Roma e fatto scomparire a Salerno. Ora arriva il coraggioso decreto di scioglimento dell’arcivescovo Bellandi al termine di una attenta valutazione degli elementi di “divisioni e disordini” dell’associazione che duravano già da mesi. Decisione confortata nella difficile operazione di “ingegneria curiale “ anche dal parere di teologi ecclesiologici e canonisti (tra questi il sacerdote don Mauro Gagliardi). Il decreto di scioglimento è stato pubblicato sul bollettino della diocesi, una sorta di gazzetta ufficiale ecclesiale, sottoscritto dall’arcivescovo e dal cancelliere della curia. Il coraggio di Bellandi è frutto di una robusta indole pastorale maturata nel governo della diocesi di Firenze (era il vicario generale del cardinale Betori) oltre per la riconosciuta preparazione teologica. E’ stato autore, tra l’altro, di interessanti studi su Benedetto XVI che non sono noti al grande pubblico, soprattutto salernitano. Governa la diocesi salernitana, pur tra ostacoli e difficoltà, con la pazienza di chi offre il suo servizio con la umiltà della presenza. Il suo nome viene fatto comparire in un indecifrabile “fantanomine” vaticana per la successione di Betori a Firenze.
Il dossier “coperto” a Roma e scomparso a Salerno, fu inviato all’allora segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede arcivescovo Angelo Amato. Era stato redatto valutando la complessità dell’esperienza de “Il Gregge” ma con una confusione temporale e teologica del prima, legato alla testimonianza di fede iniziale fino al 1996 , e il dopo successivamente segnato da elementi distorsivi sviluppatisi all’interno del gruppo di preghiera.
Le segnalazioni al numero due dell ‘ex Sant’Uffizio offrivano la disponibilità di un incontro anche con altri sacerdoti del presbiterio salernitano guidati dall’allora Vicario episcopale per la Carità, don Mario Salerno. Il sacerdote, che poi fu vittima dell’accanimento ecclesiale contro il vescovo Pierro perché fu destinatario di infondate polemiche nella gestione dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero che lui presiedeva. Ma l’obiettivo, rivedendo il contesto ecclesiale dell’epoca, non era lui bensì Pierro. Monsignor Salerno fu destinato alla parrocchia salernitana di San Demetrio protagonista di un indimenticato servizio pastorale. Trasferito ad Acerno, suo paese natale, ora è fuori diocesi. E’ a Santa Marinella, comune in provincia di Roma, dove svolge il ministero sacerdotale di assistente spirituale della famiglia religiosa “Ancelle della Visitazione”. Lui aveva già visto e denunciato tutto, ma inascoltato, subendo incomprensioni ora finalmente cancellate dal decreto di scioglimento del “Gregge”.