Vendette ad un uomo di Giffoni Valle Piana una dose di stupefacente che si rivelò letale. Per la morte di Silvio Rinaldi 36anni, ieri è comparso dinanzi al Gip del Tribunale di Salerno Mariaella Zambrno Francesco Cataldo. Insieme a lui c’era anche Gerardo Foglia, accusato di favoreggiamento. Ieri mattina, l’avvocato Michele Tedesco ha chiesto al Gip per i due imputati il rito dell’abbreviato che sarà definito nel prossimo mese di dicembre. L’accusa per Cataldo è quella di aver provocato la morte di Rinaldi, senza averne l’intenzione ma in conseguenza del reato di spaccio. Era il 18 aprile del 2015 quando in via Perugia, non lontano dall’edificio del Comune, un passante notò il corpo senza vita del 36enne. Erano all’incirca le 6.30 del mattino. Il passante fece immediatamente scattare l’allarne, furono avvisati i carabinieri e subito le indagini si orientarono nell’ambito della droga. La vittima era infatti conosciuta come un assuntore. Secondo la ricostruzione operata dagli investigatori pare che quella notte, Rinaldi stesse tornando a casa dopo essersi iniettato una dose quando, a pochi isolati dall’abitazione dei genitori, si accasciò a terra perdendo i sensi. Secondo le verifiche del medico legale erano le 2 di notte quando il suo cuore smise di battere, senza che lui avesse la forza di invocare aiuto e senza che in zona vi fosse qualcuno che potesse vederlo e soccorrerlo. Quando quattro ore dopo fu notato da un passante, era troppo tardi il cuore dell’uomo si era fermato per sempre. L’inchiesta ha consentito di risalire a chi gli avrebbe venduto l’eroina, forse tagliata male. Le indagini dei carabinieri si concentrarono subito sul giro dello spaccio locale e su Francesco Cataldo, ritenuto dagli inquirenti uno dei punti di riferimento dei consumatori di droghe nel comune dei Picentini e già coinvolto in un blitz nel novembre del 2014, quando nei suoi confronti fu emessa un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Nel corso delle indagini sulla morte di Silvio Rinaldi gli inquirenti hanno individuato nel trentenne di Giffoni uno dei perni di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, che anche dopo la tragedia nel rione Vignadonica non avrebbe interrotto le sue attività.
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