di Brigida Vicinanza
ll giorno dopo la festa è festa ancora? Dopo i festeggiamenti per il Santo Patrono, dopo le polemiche e lo sconforto per l’assenza dell’amministrazione comunale, di chi portasse la fascia tricolore e il Gonfalone, dopo l’assenza ingiustificata di transenne per la sicurezza e del controllo dei vigili urbani, a Palazzo di Città pare che l’assenza duri ancora. A Palazzo Guerra si respira l’aria vuota e il terrore da interrogazione del giorno dopo per non aver studiato. Si intravedono solo l’assessore all’urbanistica Mimmo De Maio, e qualche consigliere impegnato qua e là tra le Commissioni consiliari al terzo piano, ma nessuno pare abbia voglia di commentare o dare spiegazioni su quanto accaduto o forse su quanto “non” è accaduto. I corridoi invece sono affollati dall’opposizione. Un esposto alla Procura della Repubblica ed un altro al Prefetto Malfi per la mancanza dei simboli distintivi della città di Salerno alla processione. Ma anche per eventuali omissioni sul fronte della sicurezza. Dall’altra parte l’opposizione gioca in attacco dopo che l’amministrazione comunale pare aver calpestato la tradizione salernitana della festa di San Matteo. Roberto Celano e Giuseppe Zitarosa, supportati dal vice coordinatore provinciale Gaetano Amatruda, e il consigliere di Attiva Salerno, Ciro Russomando, hanno preparato gli esposti, preparando come “prova” il regolamento del Comune di Salerno. Il “Regolamento per la rappresentanza del Comune con Gonfalone civico” è stato infatti messo a disposizione di tutti dal consigliere Celano e in particolare l’articolo 5 regola la partecipazione del Gonfalone che “è prevista nelle cerimonie civili, patriottiche e religiose indicate nell’allegato A”. E nell’allegato richiamato dall’articolo al primo posto c’è proprio la festività patronale di San Matteo fra le celebrazioni in cui è autorizzata esposizione o partecipazione del Gonfalone. A seguire la festa dell’Unità nazionale, la commemorazione dei defunti, l’anniversario della Liberazione, la Festa del Lavoro, la fondazione della Repubblica e il Corpus Domini. «Il Gonfalone non appartiene alla famiglia pro-tempore per cui può decidere del suo utilizzo. – ha affermato Roberto Celano – E’ stata calpestata la dignità dei cittadini salernitani e a noi interessa che i simboli di questa città non c’erano. Poi che il gregge si pieghi al capo-famiglia non interessa. Hanno comunque vinto i fedeli ieri sera e il gregge invece ha perso. Inutile professarsi atei per poi frequentare le Chiese salernitane soltanto in campagna elettorale. Ma questa amministrazione ha solo svelato l’atteggiamento puerile e infantile con questa ripicca, ma pensano soltanto al potere, invece di pensare a cosa in realtà serve a questa città». Parole forti quelle del consigliere di Forza Italia, che ha poi concluso: «Come mai gli altri anni erano tutti presenti e scalpitanti per questa festa e in prima fila? E’ stato commesso un abuso». «Brutta pagina quella che ha vissuto ieri sera la città, abbiamo letto tra i volti dei salernitani lo sconforto e la delusione. – ha affermato Ciro Russomando – Una vera e propria offesa, la nostra azione legale è anche per evitare eventuali abusi in futuro». «Bisogna ricucire lo strappo – ha dichiarato Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia – Serve umiltà e buonsenso in questi eventi e non divisioni o polemiche sterili. Il Comune chieda scusa e, come atto simbolico, riporti il Gonfalone al Duomo. Sarebbe un gesto di riconciliazione e un buon modo per chiedere scusa alla città ed alla Chiesa».