di Andrea Pellegrino
Alla Porzio Managment non si esprimono ancora. Voglio vedere cosa realmente sia accaduto alla piscina che hanno in gestione a Cava de’ Tirreni ed annunciano che entro fine settimana ci sarà un loro intervento. A quanto pare la comunicazione – a quanto si apprende – è giunta come “un fulmine a ciel sereno” con due diverse note, l’una da parte della federazione nuoto e l’altra del Comune di Cava de’ Tirreni. Entrambe per annunciare la sospensione delle attività. Ed in particolare anche di una gara in programma per domenica mattina. Ma se per la Porzio Managment è stato un fulmine a ciel sereno, per i tanti fruitori dell’impianto sportivo metelliano è stato un danno ed una beffa. Molti di loro, infatti, hanno versato le proprie quote (che si aggirano intorno ai 150 euro per tre mesi) senza sapere, ad oggi, che fine farà la struttura e quindi i soldi già sborsati. Naturalmente oltre i disagi ed il dispiacere per i tanti fruitori dell’impianto ed ancora degli atleti. Stando alle carte, l’ordinanza del sindaco del 9 maggio scorso parla di carenze igienico-sanitarie tali da sospendere ad horas tutte le attività della piscina comunale di via Gino Palumbo. Nel dettagliato atto sindacale, Marco Galdi descrive i sopralluoghi effettuati da tecnici comunali e dall’ufficiale sanitario e descrive le carenze igieniche e strutturali della piscina. E la stessa Asl, si legge nell’ordinanza, ad imporre al primo cittadino di emettere “apposito provvedimento di ordinanza sindacale nei confronti del soggetto obbligato (la Porzio Managment, ndr) relativo alla sospensione dell’attività sportiva fino a quando non saranno completati gli interventi prescritti e consegnata la documentazione richiesta”. Ma alla base di tutto ci sarebbe una questione di soldi. Sì perché tra il Comune di Cava de’ Tirreni e la Porzio Managment c’è un contenzioso in atto. Tant’è che nel marzo del 2013 la giunta comunale con una delibera revoca la concessione della gestione venticinquennale della piscina comunale coperta di via Palumbo con conseguente risoluzione del contratto. Il motivo? Naturalmente economico. La delibera quantificava la somma di 207mila euro circa che l’Ati Porzio Sport Managment avrebbe dovuto corrispondere al Comune di Cava de’ Tirreni. Cifra contestata dalla società che avrebbe presentato a sua volta il conto dei lavori eseguiti presso la struttura sportiva. Da qui sarebbe nato un contenzioso tra le parti oggi pendente innanzi al Consiglio di Stato. Nel giugno 2013 un nuovo atto giuntale prende atto del contenzioso amministrativo mentre nel luglio dello stesso anno l’argomento approda direttamente in Consiglio comunale, dove il sindaco Marco Galdi richiede una commissione di inchiesta per la piscina. Argomento poi ritirato. Ma chi doveva controllare su tutto ciò? L’affidamento alla società napoletana non nasce ieri, bensì nel lontano 2004. Da allora solo oggi si è arrivato all’estrema conseguenza con la chiusura. Eppure, sempre spulciando gli atti comunali, nel 2011 la giunta comunale rinnova la composizione di controllo e di gestione della piscina comunale, composta da cinque, tra dirigenti e funzionari dell’ente. Tra questi ci sono almeno due funzionari che non sono più in servizio al Comune di Cava de’ Tirreni ma di integrazioni o nuovi atti della commissione nessuna altra traccia. Segno – probabilmente – che l’organo si è incontrato poche volte. E di eventuali responsabilità dei dirigenti – o quanto meno di chi era preposto al controllo – n’è convinto anche il consigliere comunale Massimiliano Di Matteo che afferma: «E’ possibile che dopo dieci anni accada questo? Perché la società non ha mai pagato quanto previsto e soprattutto perché la struttura ora versa in queste condizioni? Chi doveva controllare tutto ciò e perché avviene solo ora?». Quanto alla soluzione del problema, Di Matteo non nasconde preoccupazione: «E’ abbastanza difficile, oltre ad una soluzione tecnica ora occorre anche una soluzione politica. Innanzitutto trovare un accordo con la società e poi pensare al futuro». Ed infine avverte: «La piscina è solo l’ultimo degli esempi negativi – conclude Di Matteo – non mi meraviglierei che la stessa sorte ben presto tocchi anche alla Mediateca Marte».