Dopo 82 anni i Missionari del Sacro Cuore lasceranno Pontecagnano - Le Cronache Attualità
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Dopo 82 anni i Missionari del Sacro Cuore lasceranno Pontecagnano

Dopo 82 anni i Missionari del Sacro Cuore lasceranno Pontecagnano

di Matteo Gallo

 

 

 

I Missionari del Sacro Cuore lasceranno la comunità di Pontecagnano alla fine del mese di giugno. Dopo ottantadue anni di ininterrotto impegno pastorale. La notizia ha come firma la voce del sacerdote Pietro Cianfoni, viceparroco della Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, parrocchia affidata da ormai mezzo secolo alle amorevoli cure della Congregazione religiosa fondata in terra francese nel 1854 dal seminarista Jules Chevalier: «La crisi di vocazione che colpisce in modo particolare e diffusamente l’Europa rende proibitivo il necessario rinnovamento generazionale. A malincuore siamo costretti a lasciare». Padre Cianfoni ha origini laziali e natali a Cori, comune di diecimila anime a metà strada tra la Pianura Pontina e i Castelli Romani, sulle ridenti colline della provincia di Latina. Dopo aver ricoperto per venti anni il ruolo di cappellano presso il santuario “Madonna delle Grazie” di Corato, nei dintorni di Bari, da trenta ormai vive nel nostro territorio. Per trentacinque anni ha insegnato religione nelle scuole statali. Sulle sue spalle, oggi, ben ottantatré primavere. «Attualmente» prosegue «ad occuparci della parrocchia di piazza del Risorgimento siamo rimasti in tre. Io, il parroco Roberto Ante e don Umberto Nicoli, che di anni ne ha novantacinque e il cui stato di salute è tale da non consentirgli l’assunzione di alcun tipo di impegno. Così non è più sostenibile andare avanti. Il vescovo è stato già informato».

Padre Cianfoni, cosa succede adesso alla Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo?

«Torna nella disponibilità della Curia di Salerno e sarà nominato un nuovo parroco».

Quando è previsto il “passaggio di consegne” ufficiale?

«Il nuovo parroco sarà presentato il prossimo venti giugno. Dopo quattro giorni, invece, noi Missionari del Sacro Cuore andremo via. Proprio il 24 giugno che, per ironia della sorte, è il giorno del mio compleanno».

Un addio dunque inevitabile.

«Sono dispiaciuto per questa decisione ma allo stesso tempo sereno perché consapevole di aver portato avanti la nostra missione a Pontecagnano con tutte le forze che il Signore ci ha donato».

Qual è la missione della vostra Congregazione religiosa?

«Lavore per rendere l’amore di Cristo nella devozione al Sacro Cuore conosciuto ovunque e ogni volta che si renda più necessario. Rafforzando, educando e ispirando la speranza nelle comunità, specie in quelle colpite dalla povertà».

La storia tra i Missionari del Sacro Cuore e Pontecagnano ha il suo incipit nel 1942. Una storia senza dubbio lunga, intensa e significativa.

«I Missionari del Sacro Cuore hanno avuto in cura, prima della Chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, la Chiesa dell’Immacolata e la Chiesa di Sant’Antonio. Durante la nostra permanenza a Pontecagnano sono sbocciate anche due vocazioni missionarie per la nostra congregazione: quella del compianto padre Giuseppe D’Alessandro e quella di padre Armando Genovese, oggi docente di patristica presso l’Università Pontificia Urbaniana di Roma».

Lei è stato l’ultimo parroco della Chiesa dell’Immacolata dal 1999 al 2013. Quale ricordo conserva di quel periodo?

«Sono stati anni importanti, intensi e fecondi ma non sempre facili. Molto impegnativi sul piano non solo spirituale».

A cosa si riferisce?

«Il solaio della chiesa, molto vecchio, presentava delle vistose crepe. Ricordo che una domenica, al termine della messa, alcuni fedeli si avvicinarono proprio per rappresentare la gravità della situazione. Erano ingegneri e architetti».

Cosa decise di fare a quel punto?

«Dopo aver interessato immediatamente della vicenda la Curia, feci mettere in sicurezza il solaio finanziando i lavori con gli affitti della Casa del Ragazzo, complesso di aggregazione giovanile che proprio la nostra Congregazione aveva realizzato negli anni Cinquanta a Pontecagnano e che, all’inizio della sua storia, aveva anche ospitato le prime scuole medie della città».

Del suo lungo impegno pastorale a Pontecagnano, cosa la rende particolarmente orgoglioso?

«Due iniziative su tutte».

Quali?

«Il restauro del meraviglioso organo acquistato nel 1959 dai fratelli Ruffatti. Una volta terminati i lavori feci organizzare quasi cinquanta concerti con organisti di fama nazionale e internazionale aprendo le porte della canonica ai fedeli, agli amanti della musica e più in generale alla cultura. Sono anche un organista e la cosa mi stava particolarmente a cuore».

E la seconda?

«La condivisione, nel 2004, di una preziosa missione spirituale con i padri cappuccini. Sei frati, per due settimane, si trasferirono a Pontecagnano per “risvegliare” la comunità».

Padre Cianfoni, una volta lasciata a fine giugno la parrocchia del Santissimo Corpo di Cristo, lei invece cosa farà?

«Chiederò un anno sabbatico alla Congregazione e mi metterò a disposizione della Diocesi di Salerno».