di Marta Naddei
Per loro sarà come perdere una parte della propria vita. Le dimissioni di don Luigi Zoccola dall’incarico di sacerdote della comunità parrocchiale di San Felice in Felline e Santa Maria madre della Chiesa è un evento che, come preventivabile, non è certamente passato sotto silenzio. Quarant’anni non sono pochi: intere generazioni di cittadini della zona e non hanno ricevuto da lui i sacramenti, hanno parlato con lui, hanno trovato in lui un conforto. Per i fedeli di Salerno, don Luigi non è semplicemente un parroco: è molto di più. Come testimoniano i numerosi commenti scritti da alcuni nostri lettori, in relazione alla notizia dell’addio del 67enne parroco originario di San Cipriano Picentino alla sua storica parrocchia. C’è chi come Anna Maria Vetromile lo definisce «un mito», chi come Teresa Granito lo etichetta come «il parroco di tutti». Silvio Barra scrive un semplice «Don Luigi uno di noi», in perfetto stile da stadio, luogo molto amato da don Luigi. Altri invece raccontano aneddoti, episodi che hanno caratterizzato quarant’anni di sacerdozio e di servizio alla comunità. Pakito Cioffi ricorda un avvenimento molto particolare che fotografa in poche parole quello che don Luigi Zoccola ha dato ai fedeli della sua parrocchia: «Ricordo benissimo l’emozione di quando me lo ritrovai sull’altare di San Gaetano il giorno del mio matrimonio: fu una sorpresa meravigliosa nonostante la sua malattia. Sono queste piccole cose che ti fanno capire la grandezza e la bontà di una persona. Ci sono mille e mille aneddoti ed episodi sul nostro mitico Amico, Confidente e Parroco, con Lui siamo cresciuti ed abbiamo vissuto i momenti più belli ma anche i primi bui e tristi, ma la cosa che mi rimase più impressa è quando con Clarissa eravamo in attesa della nostra piccola Lorelay e quasi venimmo cacciati da due notissime Chiese di Salerno che avevamo scelto per dire il fatidico “si” con l’accusa di aspettare un figlio prima del matrimonio: corsi allora a sfogarmi con don Luigi che allora mi disse “Quale migliore manifestazione di Dio nella nascita di una nuova Vita!!!”. Questo è e sarà per me Don Luigi, un grande uomo che non mi ha fatto mai allontanare dalla Chiesa!». «Un prete che ha avvicinato i fedeli alla chiesa. A me mancherà il suo “saluti alla signora. Ciao Biagio”»- scrive invece Biagio Moscariello che ricorda ancora quando nel 1974, don Luigi arrivò in sostituzione di don Antonio Lauciello. Il prossimo 29 settembre, alla messa di saluto che sarà officiata da don Luigi, ci saranno tutti i suoi parrocchiani, come conferma Alba Rocciola che si rivolge direttamente a lui: «Caro il mio parroco, amico, fratello e padre spirituale, mi mancherai nelle mattine in cui entravo a pregare nella mia chiesetta, San Giovanni per l’esattezza e, trovandoti, ci scambiavamo qualche pensiero, ma soprattutto ci dicevamo “buona giornata”. Mancherà un prete attuale e moderno, ma specialmente mancherà la tua immensa bontà. Ti saluterò da vicino perché il 29 tutti noi ragazzi di non possiamo mancare». Questi sono solo alcuni dei tantissimi commenti, ma già sufficienti per rendere l’idea di ciò che don Luigi ha lasciato in queste persone e di quello che potrà continuare a dare nella sua nuova veste di cappellano del Ruggi, a coloro che, certamente, troveranno in lui tutta la fede e il conforto per affrontare le difficoltà.