di Andrea Pellegrino
Di Roberto Di Giannantonio – già direttore dell’Agenzia del Demanio Campania – Vincenzo De Luca disse ai pm: “Credo di avere conosciuto Di Giannantonio, come lei mi sta chiedendo, non ricordo per la quale circostanza in particolare”. Allo smemorato sindaco di Salerno pare ci abbia pensato direttamente Roberto Di Giannantonio che, interrogato nell’ambito dell’inchiesta sul comparto di Santa Teresa (Crescent e Piazza), ricorda benissimo come andò la prima volta con Vincenzo De Luca. Di Giannantonio, infatti, racconta ai pm Valenti ed Alfano una vera e propria “aggressione verbale” da parte del primo cittadino che lamentava la lunghezza dei procedimenti. L’interrogatorio – così come emerge dalle carte pubblicate dal blog di Angela Cappetta – è avvenuto il 10 maggio 2013. «Ho conosciuto personalmente il sindaco De Luca. La prima volta che l’ho incontrato – dice l’ex direttore dell’agenzia del demanio Campania – è stato nel periodo luglio – agosto 2008. Ricordo che lo conobbi in occasione di una mia visita di cortesia istituzionale per presentarmi ai sindaci della Campania. Mi colpì il fatto che in quella occasione, che ripeto non era un’occasione di lavoro, il sindaco, dopo che io mi presentai, mi aggredì verbalmente, lamentandosi dei tempi lunghi che, a suo dire, caratterizzavano i procedimenti di competenza dell’Agenzia in generale». Quanto al Crescent – ricorda il dirigente – «Mi chiese anche del Crescent, delle cui problematiche ancora non aveva una cognizione precisa e si lamentò anche del fatto che sul punto io non ero in quel momento in grado di fornirgli indicazioni utili». Ma agli incontri romani per liberare l’area dal vincolo demaniale, De Luca pare non ci sia mai andato. Ma Di Giannantonio ricorda la presenza di Fulvio Bonavitacola, ex presidente dell’Autorità portuale di Salerno, oggi parlamentare del Pd e soprattutto deluchiano di ferro. Anche in questo caso l’allora direttore dell’agenzia pare non abbia avuto un approccio tranquillo. «Abbiamo avuto anche un diverbio piuttosto acceso – racconta il dirigente – in occasione di una conversazione telefonica, nel corso della quale Bonavitacola sollecitava in maniera insistente la definizione degli iter amministrativi dei procedimenti in questione». In pratica Di Giannantonio è il dirigente (incaricato per la sdemanalizzazione dell’area di Santa Teresa) che afferma di aver avuto “perplessità” sulla procedura da adottare per liberare dal vincolo di inalienabilità l’area del Crescent e che, per questo motivo, avrebbe sollecitato lo stesso Maranca e la collega del settore legale del Demanio a chiedere il parere dell’Avvocatura generale dello Stato per chiarimenti sulla procedura di “novazione parziale”. Ed ancora riferisce – in merito alla perizia di stima – ai pm di “essere saltato dalla sedia” «quando ho letto nell’invito a presentarmi (della Procura) che i valori degli immobili prenotati erano di gran lunga più alti rispetto a quelli da noi individuati che erano pari a 4500 euro per gli alloggi». «In effetti – racconta – l’intervento in questione era estremamente particolare e complesso e abbiamo cercato di individuare un valore di mercato che non fosse superiore al valore degli alloggi centrali di Salerno assimilabili e un valore di mercato che in un certo qual modo compensasse la straordinarietà dell’intervento con il deprezzamento degli immobili che in quel periodo aveva già cominciato ad avere un trend in tal senso, perché già all’epoca si parlava di una bolla speculativa edilizia». Chi pagò materialmente quanto dovuto? «Non so nulla – dice Di Giannantonio – o comunque ora non ricordo circa eventuali finanziamenti da parte di istituti di credito richiesti e ottenuti dal Comune o da soggetti privati per la realizzazione dell’opera. Ricordo – dice, invece – che il Monte dei Paschi di Siena era, probabilmente, l’istituto presso cui fu stipulata la polizza fideiussoria (che garantiva il pagamento dell’area all’Agenzia del Demanio, ndr)».