di Brigida Vicinanza
A Raito da 35 anni, una donna disabile con problemi di deambulazione e non solo, è stata affidata alle cure di una famiglia dalla sorella tutrice, la stessa che oggi ha deciso di strapparla all’amore di chi quotidianamente si occupa di lei. Da qui comincia la lotta della famiglia che da anni oramai ospita la diversamente abile e che praticamente è diventata parte integrante di quest’ultima. “Da piccola la donna ha riscontrato una forma di meningite molto forte, che le ha praticamente tolto l’indipendenza fisica e soprattutto la parola. La signora Elisa parla attraverso i gesti e mia madre che la accudisce da 35 anni, la capisce da uno sguardo, mentre la sorella che è la sua tutrice non sa nemmeno dove abitiamo” – ha sottolineato Loredana Coppola. figlia della donna che si occupa da sempre della signora Elisa. In questa famiglia la diversamente abile ha trovato un ambiente sereno, tutti si occupano di lei e la curano affinchè possa vivere dignitosamente. La disabile ogni giorno esce per fare la sua passeggiata, viene coccolata non solo dai componenti della famiglia che la reputano una nonna ma da tutti i residenti di Raito che la conoscono ed hanno avuto modo di toccare con mano come Elisa viene curata, seguita e coccolata. “La sorella della donna ci ha mandato un telegramma poco tempo fa, in cui c’era scritto che il 16 ottobre avrebbe preso Elisa e l’avrebbe portata in un istituto. Senza nemmeno cercare di avere un dialogo con noi che oramai siamo diventati la sua famiglia. La trovo un’ingiustizia umana. Abbiamo anche cercato di far ragionare la tutrice ma non ha voluto sapere ragioni. Noi non vogliamo nemmeno più gli alimenti che la donna deve darci, ma vogliamo solo tenere Elisa con noi, perché non credo troverà le stesse cure in un istituto e soprattutto avrà vita breve, in quanto abituata a stare da sempre con noi”. Dal punto di vista legale, però, la sorella della disabile può agire in tal senso e il suo ruolo di tutrice la autorizza a portarla via da quella casa, in un istituto. “Umanamente è un’ingiustizia soprattutto perchè l’allontanamento dalla nostra famiglia non viene fatto per un ricongiungimento familiare, bensì, da una casa verrà trasferita in un istituto” – continua Loredana – “Cosa accadrà ad Elisa quando domenica sera si ritroverà in un letto di una struttura dove nulla è familiare? Cosa accadrà quando cercherà volti conosciuti e non li vedrà? Ora chiediamo aiuto a tutti affinché possano comprendere la situazione e aiutarci in questa battaglia, domenica mattina abbiamo organizzato un incontro sotto casa. Non farò portare via Elisa da qui, e invito chiunque voglia aiutarmi a partecipare”.