Destra e sinistra non esistono più da tempo - Le Cronache Ultimora
Campania Ultimora

Destra e sinistra non esistono più da tempo

Destra e sinistra non esistono più da tempo

Alberto Cuomo

Dopo l’accordo con Schlein e Conte, il governatore uscente della Campania, Vincenzo De Luca, si deve sentire evidentemente libero di scorrazzare tra un partito e l’altro giungendo ad amoreggiare persino con la destra. È accaduto nella nomina del soprintendente del teatro San Carlo, facendo arrabbiare ulteriormente i compagni napoletani del suo partito. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha rimandato più volte la decisione sulla nomina, malgrado la soprintendente uscente, Stéphane Lissner, avesse concluso il suo mandato a fine marzo, onde probabilmente attendere le elezioni regionali che avrebbero determinato l’inserimento di un nuovo membro della Regione nel C. d. I. del lirico. Dopo aver convocato, il 4 Agosto, il consiglio quale suo presidente, Manfredi, dovendosi assentare, ha disdetto la riunione, che si è comunque tenuta procedendo alla nomina del nuovo soprintendente nella persona del violinista Adamo Macciardi ex direttore del Teatro Comunale di Bologna e gradito al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ovvero al ministro Giuli. E per Macciardi ha votato anche il rappresentante deluchiano della Regione unitamente ai due rappresentanti del ministero facendo arrabbiare Manfredi che ha minacciato più di un ricorso al Tar e al Tribunale Civile per la revoca del provvedimento. Quanto accaduto sembra voler pareggiare l’accordo tra il sindaco di Napoli e il governo nella gestione dell’America cup di Vela che si svolgerà tra il lungomare napoletano e Bagnoli tenendo ai margini la regione e De Luca, che ha avvisato: “Palazzo Santa Lucia dovrà rilasciare il parere più importante che è quello sanitario”. Il conflitto tra Manfredi e De Luca ha altre origini che non i dissapori recenti e se il presidente della Campania non ha sicuramente preso bene la sponsorizzazione della candidatura di Roberto Fico al vertice regionale da parte del sindaco di Napoli, a sua volta l’imposizione di Piero De Luca a segretario regionale del Pd ha creato sconcerto nei napoletani del partito sì che può dirsi tra i Dem campani vi siano molte fibrillazioni. Della nuova laison tra De Luca e la destra ha approfittato il coordinatore regionale di Forza Italia che, in chiave anti Cirielli, probabile candidato alla presidenza regionale, ha perorato con il governo, in appoggio al presidente che l’aveva chiesta, l’uscita della Regione dal piano di rientro sanitario cui era stata pubblicamente richiamata dalla dottoressa Maria Rosaria Campitello, capo del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute e moglie dello stesso Cirielli. In tale situazione non sembra abbia avuto senso la lettera aperta di alcuni iscritti e simpatizzanti del Pd a Elly Schlein contro gli accordi con il “cacicco” di Muro Lucano né l’affermazione di qualcuno di essi circa la presenza in Campania di due destre invece che di una destra e una sinistra, individuando nei deluchiani una seconda destra. Senza senso perché destra e sinistra non esistono più da tempo e, se esistono, sono tanto liquide, per usare una nozione ormai desueta di Bauman, da sovente confondersi. E l’insensatezza della lettera è anche, se si tiene conto di tale liquidità, nella volontà di previsione, tipica dell’ideologia, di un nefasto esito, per i cittadini degli accordi. E invece l’aver consentito a De Luca di presentare due liste autonome in appoggio al campo largo potrebbe persino rivelarsi un flop data l’assenza in esse del capo? E in tal caso, o nel caso vinca la coalizione di destra dove finiranno i due assessorati chiesti e forse promessi? Quanto alla segreteria regionale pretesa e pare concessa al figlio Piero, oltre i molti mal di pancia suscitati nei maggiorenti regionali del Pd, il rampollo non ha molta esperienza e, quasi certamente, sarà destituito alla prima occasione. Purtroppo per lui i gradi in politica si conquistano in battaglia non come i titoli accademici che si offrono facilmente ai figli dei potenti. E in una cosa sono simili gli schieramenti che per convenzione diciamo di destra e di sinistra: nelle baruffe. Lo scorso anno, in Basilicata, Edmondo Cirielli tenne a dire che il presidente regionale uscente, Vito Bardi, di Forza Italia, ben si sarebbe potuto non candidare preferendogli qualche iscritto a Fratelli d’Italia sicuramente più bravo di lui. Oggi l’azzurro Martusciello gli rende la pariglia in Campania sostenendo candidature di personaggi della società civile vicini al suo partito e sicuramente non è acqua sul fuoco la frase di Gambino sul “colpo di sole” del coordinatore forzista a proposito del suo aiuto a De Luca in merito al piano di rientro sanitario. Baruffe che se da noi spesso terminano a tarallucci e vino, o nel Veneto, a Chioggia (da cui chiozzotte) in banchetti, balli e bevute come è nella commedia di Goldoni, nel caso della politica campana è più facile finiscano in liti e zuffe come alle nozze di Pulcinella.