Delocalizzazione, unica destinazione Eboli - Le Cronache
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Delocalizzazione, unica destinazione Eboli

Delocalizzazione, unica destinazione Eboli

Vincenzo Senatore

L’unica possibile destinazione per un nuovo porto commerciale è Eboli. E’ quanto emerge dallo studio di cui Cronache ha dato notizia due giorni fa, relativo peraltro alla realizzazione di un porto isola. Una piattaforma da 2 chilometri per 1 da realizzare a 2 chilometri di distanza dalla costa e in grado, a regime, di accogliere 2,5 milioni di Teu l’anno. Nel report che abbiamo citato si legge che “l’aggregazione dei risultati finali ha consentito di pervenire alla definizione di Eboli come alternativa preferibile, ossia, come quella in grado di ottimizzare le necessità che il progetto garantisca buoni risultati in termini di benefici ed opportunità e sufficienti garanzie in merito al contenimento e mitigazione di costi e rischi”. Le altre ipotesi analizzate sono Pontecagnano Faiano e Battipaglia, che secondo gli esperti possono ugualmente ospitare la piattaforma portuale a mare anche se hanno meno pregi rispetto alla collocazione ebolitana. Non è tutto. Poiché Eboli, a differenza di Battipaglia e Pontecagnano, ha un piano urbanistico comunale più recente è dotata degli strumenti necessari per accogliere la nuova infrastruttura. Infatti presso la stazione di San Nicola Varco è stata individuata un’area che, secondo i tecnici, è perfettamente adattabile al progetto di insediamento del Distripark. Vale a dire una piattaforma logistica presso cui far transitare le merci da e per il porto isola. In questo progetto, poi, rientrerebbero a pieno sia Pontecagnano, grazie ai collegamenti con l’aeroporto, che Battipaglia, dove almeno in parte si potrebbe recuperare il mega piano dell’interporto, miseramente fallito negli anni scorsi a causa dell’incapacità delle istituzioni e dei dirigenti che hanno fatto parte della società di gestione. Il trasferimento di gran parte del traffico commerciale presso un porto isola resta, al momento, l’ipotesi più praticabile perché una delocalizzazione impiegherebbe, nella migliore delle ipotesi, dieci anni per essere attuata (qui non si riesce ad ottenere il via libera per allungare la pista dell’aeroporto, figuriamoci costruire un porto marittimo ex novo). Inoltre c’è da fare i conti con l’Autorità Portuale, che dopo aver ottenuto il via libera per la zona economica speciale a Salerno difficilmente consentirebbe di far spostare tutta la baracca in un altro Comune.