di Andrea Pellegrino
Compleanno particolare per il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Questa mattina si deciderà (forse) sulla sua incompatibilità ai tempi del Governo Letta, quando mantenne in piedi – fino all’arrivo di Renzi – la carica di sottosegretario al Mit insieme a quella di primo cittadino. In particolare sarà la Corte d’Appello (su richiesta dello stesso primo cittadino, assistito dall’avvocato Ricciardi) a confermare o meno la sentenza di primo grado che aveva dichiarato decaduto dalla carica di sindaco Vincenzo De Luca. Ma non si esclude che il tutto possa essere rinviato a dopo le vacanze estive. Il 25 settembre, infatti, è stata fissata una ulteriore udienza che nasce dal ricorso presentato da alcuni consiglieri comunali a sostegno della tesi di Vincenzo De Luca: ossia che all’epoca non sussisteva nessuna incompatibilità, in quanto non c’era stato nessun conferimento di deleghe da parte del Ministro. Benchè nominato viceministro, l’incarico non è stato mai perfezionato, tant’è che De Luca ha mantenuto lo status di sottosegretario che comunque, secondo la legge, è incompatibile con la carica di sindaco. Un concetto ribadito in primo grado, sulla base del ricorso presentato dai parlamentari del Movimento 5 stelle di Salerno (e predisposto dall’avvocato Oreste Agosto) e dalla stessa Agcom che si è pronunciata contro il doppio incarico. Ma in tutti i casi occorrerà attendere stamattina quando si terrà l’udienza in Corte d’Appello (presidente Ferrara e relatore Rotunno) nel corso della quale si stabilirà se i giudizi saranno uniformati – quindi il tutto sarà rinviato a settembre – oppure si andrà a sentenza. In questo caso se la Corte d’Appello dovesse confermare la decadenza, Vincenzo De Luca sarà costretto a lasciare la fascia tricolore, con tutte le conseguenze del caso. Tra l’altro, il necessario ricorso alla “salvaguardia degli atti” fino ad ora prodotti dal primo cittadino e dall’amministrazione comunale potrebbe far saltare anche un ulteriore piano: ossia la ricandidatura di Vincenzo De Luca a sindaco di Salerno. Perché se è vero che la decadenza viene sancita all’atto del giuramento da sottosegretario (quindi prima dei due anni e mezzo di consiliatura) è altrettanto vero che l’eventuale salvaguardia degli atti manterrebbe in carica fino a sentenza il primo cittadino, quindi ben oltre la mezza consiliatura.