“La velocità della politica è tale che in pochi mesi può cambiare radicalmente degli scenari, tale da stravolgere di quarantacinque punti quello che era l’orientamento degli elettori”. A parlare è Guido Milanese che, a bocce fredde, esamina con anima più che critica quanto accaduto da Forza Italia, e in generale nel centrodestra, a livello regionale in quello che è uno dei pochi smacchi subiti dalla coalizione a livello nazionale. Il vice coordinatore regionale si sofferma su quanto accaduto sette giorni fa, non prima di avviare una doverosa premessa. “In questa tornata elettorale è accaduto di tutto. – afferma in tono pacato e critico – Soprattutto se teniamo conto che appena sei mesi fa la partita era in qualche modo vinta, perché i sondaggi davano il centrodestra in vantaggio di 16 punti. Se vogliamo, era un giudizio politico sui cinque anni di governo. Se a distanza di pochi mesi tutto si è rovesciato passando da -15 a +30 vuol dire che qualcosa di straordinario è accaduto che ha poco a che vedere con la politica. Perché una logica politica non può mai dare scompensi così elevati. Se non che al giudizio politico di partenza si è sostituito uno emozionale, di pancia, di paura: la gestione del coronavirus. Che ha premiato tutti i governatori uscenti, compreso quello della Campania”. Fattori esterni, dunque, che avrebbero rovesciato tutto. “Bisogna fare un’analisi corretta di tutto e andare a valutare quanto accaduto. – riprende – Da una parte c’è De Luca che ha gestito sul piano della comunicazione benissimo il processo della paura del coronavirus. Arrivando a risultati eccezionali attingendo voti del centrodestra. Quando si raggiungono risultati del genere con la forza del centrosinistra che ha numeri inferiori, vuol dire che in qualche modo il vincitore ha attinto consensi anche sull’altro versante. Ha ricevuto consensi da una destra che non ha riconosciuto propria la partita elettorale. A questo va tenuto conto di un altro dato, che il nostro candidato governatore, nel suo perbenismo e nel suo buon operato di gestione nel quinquennio che l’ha visto alla guida della Regione, sul piano della comunicazione non è stato ugualmente incisivo. Ma addirittura è stato delegittimato da fuoco amico per più mesi. Tant’è che è arrivato allo scontro elettorale già universalmente ritenuto sconfitto. E’ chiaro che quando si parta già sconfitti, l’elettorato solitamente non sceglie il già perdente ma si affida a quello che è il vincente della contesa. Perché anche l’elettorato non vuole perdere e quindi si orienta verso chi possa vincere”. Una situazione a handicap, quindi, che ha pesato su tutta la coalizione. “Questa partita ha tirato verso il basso tutte le liste con i numeri preliminari nella previsione generale di partenza che non sono stati confermati successivamente. – afferma Milanese – Prima della contesa erano accreditati numeri al disopra del 10% e invece, sono stati sostanzialmente dimezzati. Questo vuol dire che è stato il centrodestra a essere penalizzato nella sua generalità. A questo si aggiunge che Forza Italia è stata sfortunata anche perché il collegio di Salerno ci dava i migliori resti e, quindi, sarebbe dovuto scattare il nostro candidato. Poi, per una serie di anomalie di questa legge regionale, tutto è stato vanificato. Diciamo che in linea di massima la conduzione di Forza Italia è stata fortemente penalizzata e penalizzante che va incastonata in una situazione di centrodestra di sconfitta generale”. Ma Forza Italia, nonostante la bruciante sconfitta alle Regionali, soprattutto a Salerno, non è al capolinea. “Ritengo che Forza Italia sia ancora un partito vivo e vegeto a livello nazionale ma anche regionale. – ribatte l’onorevole forzista – Tant’è che la Ghisleri in un ultimo suo sondaggio modificando l’attuale legge elettorale e andando a votare con qualsiasi altra possibile, il centrodestra vincerebbe sicuramente le prossime elezioni. E’ una valutazione fatta nelle ultime ore e non datata nel tempo. Ne uscirebbe fuori che il centrodestra si affermerebbe in ogni luogo con numeri che sarebbero totalmente differenti, anche da quelli della scorsa settimana. Va detto che, alla luce di questa valutazione, che Forza Italia diventa elemento importante per vincere. Tutto ciò vuol significare che i numeri di Forza Italiano erano e restano importanti per arrivare al governo nazionale. La mia valutazione personale è che senza Forza Italia non esisterebbe un centrodestra, ma solamente una destra. Forza Italia è e resta la casa dei moderati, ereditata da tutti quelli che avevano idee liberali e liberiste del Partito Liberale della prima ora, ma anche del Partito Repubblicano di La Malfa e Spadolini o del socialismo di Craxi. Ma anche della Dc, in quelli che sono valori costanti della nostra società. A questo va aggiunto che Forza Italia ha i piedi ben saldi nel panorama europeo. Tutti i principali leader politici europei oggi si rendono conto che Forza Italia e Berlusconi restano gli interlocutori con cui si deve dialogare e non si può prescindere per una politica europea con riferimento italiano”. Ma per rinascere c’è bisogno di qualcosa di nuovo. “Ci sono i margini di recupero. – chiosa Milanese – A una condizione di una legge elettorale che tenga conto non più di uomini e donne catapultate dall’alto ma eletti dalla base e che abbiano un riconoscimento nella società. Oggi l’elettorato si basa molto sulla credibilità di chi andrà a rappresentarlo. E allora c’è bisogno in primis di una riforma elettorale adeguata con scelta di candidati credibili, di valore, riconosciuti sul territorio e non più catapultati dall’alto. In secondo luogo, bisogna avere un’azione territoriale che richieda impegno per la soluzione dei problemi del territorio in modo reale e concreto, sulle difficoltà che ha in questo momento il Paese”.
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