di Andrea Pellegrino
“Niente compromessi con de Magistris, va combattuto”. Vincenzo De Luca lancia la sfida, scavalca vertici provinciali e regionali del Pd, e convoca i consiglieri regionali, quelli della città metropolitana e del Comune del Pd di Napoli. L’obiettivo è l’attacco frontale a de Magistris, in vista della sua scalata politica in Regione Campania. Questa volta, dunque, è lo stesso governatore a prendere in mano la situazione e dichiarare ufficialmente “guerra” al primo cittadino partenopeo. «Per Napoli e i napoletani – dice De Luca – la Regione sta facendo molto più di lui e voi tutti dovete valorizzare questo lavoro perché mentre lui parla senza fare nulla per la città noi qui fatichiamo, sblocchiamo fondi, apriamo cantieri». In mattinata il governatore era stato a Roma per il vertice organizzato dal premier Gentiloni con i presidenti delle Regioni. Qui ha sollecitato la (sua) nomina a commissario per la sanità in Campania, dopo le dimissioni di Polimeni. Poi, nel pomeriggio, un summit politico incentrato su Napoli. De Luca crea il fronte anti-de Magistris, ma non solo. Tra i suoi “nemici” ci sono certamente anche i pentastellati. Protagonista di una singolare vicenda il Governatore già venerdì, quando si è rivolto alla Ciarambino, appellandola come “chiattona”. «Vadano al diavolo. Quella signora arrogante ha interrotto in aula Stefano Graziano che per sei mesi è stato presentato da loro come un camorrista. Ora è fuori da tutto e la mia solidarietà va a sua moglie, non certo a quella signora dei Cinque o sette stelle. Loro fanno il “vaffa day”, poi si appellano ad Amnesty international. Vadano al diavolo. Non sopporto arroganza e intimidazioni. In un’aula consiliare niente sceneggiate e nessuno calpesti la dignità delle persone. Le sentenze le fanno i giudici, non i blogger». Ma ce n’è anche per Luigi Di Maio o meglio “Luigino” come è solito appellarlo De Luca, nelle sue uscite televisive: «In questo paese c’è un webmaster, vicepresidente della Camera, che si mette in tasca 13 mila euro netti al mese oltre ai rimborsi. Succede solo in Italia e non è tollerabile che una persona così faccia anche la battaglia contro i vitalizi. Sono politici di plastica che hanno una doppia personalità».