Andrea Pellegrino
Massimo D’Onofrio e Salvatore Marrazzo: sono questi i due personaggi che compaiono in due in- chieste collegate. Tra “Scudo” e “Criniera” ci sono loro. L’ex consigliere provinciale e l’imprenditore edile, entrambi sul registro degli indagati nell’ambito dell’operazione “Criniera”, conclusasi il 19 dicembre 2014, quando il Gip firmò 8 arresti e l’obbligo di firma per D’Onofrio, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto la misura cautelare in carcere. Per loro l’ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e altro. Lo stesso anche per i 22 indagati a piede libero, tra questi Marrazzo. All’epoca consigliere comunale di minoranza a Pagani, D’Onofrio era stato ritenuto fiancheggiatore del clan D’Auria Petrosino/Fezza, avendolo favorito per l’aggiudicazione di pubbliche commesse e avendo ottenuto, quale contropartita, il sostegno politico elettorale in occasione delle locali consultazioni amministrative. Accuse che coinvolsero anche il già sindaco di Pagani ed attuale consigliere regionale Alberico Gambino. Con l’inchiesta “Criniera” finisce anche la carriera politica di D’Onofrio che ha vissuto il suo maggiore splendore negli anni dell’amministrazione Gambino. Consigliere comunale dal 1996, poi vicesindaco e presidente del Consiglio comunale di Pagani. Nel 2011 l’elezione a Palazzo Sant’Agostino come consigliere provinciale. Poi la discesa politica e la fine della carriera, al momento, con «Criniera». Ora una nuova tegola è caduta su Massimo D’Onofrio.