di Erika Noschese
Chiusa la parentesi Europee per i partiti è tempo di guardare al futuro. E se si parla di sfide importante il riferimento non può che essere alle Regionali, verosimilmente in programma a febbraio 2026, come circola proprio in queste ore. Azione archivia la precedente tornata elettorale che vede il partito fondato da Carlo Calenda non superare la soglia di sbarramento ed è già a lavoro per essere protagonista della tanto attesa sfida elettorale. «Azione nelle competizioni locali ha sempre adottato un criterio: valutare i risultati dell’amministrazione uscente in modo oggettivo e la qualità delle proposte alternative in campo con assenza di pregiudizio ideologico. È ciò che faremo anche quando si tratterà di decidere il nostro posizionamento per il rinnovo del consiglio e della giunta regionale», ha dichiarato il deputato salernitano Antonio D’Alessio che ribadisce il suo no al terzo mandato per il presidente Vincenzo De Luca. Onorevole D’Alessio, è tempo di analisi del voto. Azione piace ma non riesce a superare la soglia di sbarramento per entrare al Parlamento Europeo. Perché? «Siamo stati tra i pochi partiti a parlare della nostra visione di Europa restando sui temi e sui contenuti. È stata una campagna elettorale per larghi tratti propagandistica che si è risolta in un sondaggio nazionale teso a regolare i rapporti di forza sia nella maggioranza che nell’opposizione. Dibattito poi che è risultato anche nei media eccessivamente polarizzato. Detto ciò, quando non raggiungi l’obiettivo, ti devi sempre porre degli interrogativi. Poiché la domanda di un polo riformista e liberaldemocratico è presente nel Paese, urge organizzarsi in modo più ampio e aperto per offrirgli un’adeguata rappresentanza». Il partito ha ottenuto un riscontro notevole. Su cosa bisognerebbe lavorare secondo lei? «Il partito continua ad avere un ottimo riscontro in particolare tra le fasce più giovani della popolazione, segno che il nostro programma è improntato a creare le condizioni per una società più moderna, orientata alla crescita, agli investimenti, inclusiva. Dobbiamo migliorare sul versante comunicativo e soprattutto è tempo di aprire una fase costituente, cosa che è già in programma, che dia avvio ad un cantiere riformista aperto a tutte le forze che condividono una comune visione di società e non semplicemente l’appartenenza ad un leader». Per i partiti è già tempo di regionali: dove si collocherà Azione? «Azione nelle competizioni locali ha sempre adottato un criterio: valutare i risultati dell’amministrazione uscente in modo oggettivo e la qualità delle proposte alternative in campo con assenza di pregiudizio ideologico. È ciò che faremo anche quando si tratterà di decidere il nostro posizionamento per il rinnovo del consiglio e della giunta regionale». Cosa rispondi alla polemica interna al centro destra sul nome del futuro candidato alla Regione Campania? «È la dimostrazione di ciò che dicevo poc’anzi. Queste elezioni europee, fondamentali per definire gli equilibri geopolitici del nostro continente per i prossimi 5 anni, sembrano siano servite solo a misurare i rapporti di forza all’interno delle coalizioni. Credo che bisognerebbe concentrarsi prima sulla definizione di un programma che rilanci la nostra regione, ancora agli ultimi posti in diversi indici, e poi fare sintesi su un candidato che sia garante del realizzarsi degli obiettivi prefissati». Azione sarebbe disposto a sostenere il terzo mandato di De Luca? «Premettendo che il punto non è all’ordine del giorno, ho avuto l’opportunità di esprimermi più volte sul tema. Penso che per le regioni così come per i comuni di medie e grandi dimensioni sia corretto il principio del limite dei due mandati anche per garantire un’alternanza che non permetta il mantenimento stabile di gruppi di potere. È un principio che ha una ratio assolutamente condivisibile, è ormai così, ad esempio, anche per gli ordini professionali». Provinciali, è tempo di avviare i giochi… «Ci faremo trovare pronti perché queste elezioni europee sono state importanti anche per consolidare ed ampliare la nostra rete che in provincia ne è risultata sempre più coesa e ramificata. Ci auguriamo però che presto queste elezioni di secondo livello saranno superate e la parola torni ai cittadini». Da dove riparte Azione? «Innanzitutto in questi giorni opponendoci all’autonomia differenziata per come sciaguratamente disegnata da Calderoli. E poi rilanciando la necessità di una politica “rivoluzionaria”, pragmatica e rivolta a fornire soluzioni alle numerose problematiche economico-sociali del nostro Paese con l’obiettivo di superare i due poli, le cui estremizzazioni aumentano l’astensionismo. Ricominciamo da qui ma costruendo, necessariamente, qualcosa di più ampio: un polo riformista e plurale insieme a tutti quelli che condividono il progetto».