di Alessia Bielli
” Siamo bombardati di telefonate da tutta la provincia di Salerno e da tutta la Regione Campania per la richiesta di ricoveri nei reparti covid”. Il dottore Natalino Barbato primario di pneumologia all’ospedale GIovanni Da Procida di Salerno non nasconde la gravità della situazione che trova proprio nelle decine di richieste di ricoveri al covid hospital di Salerno la conferma piu’ evidente. Al momento il personale medico, paramedico e ausiliario, riesce a soddisfare le richieste, ma il dubbio è che se realmente dovesse aumentare il numero di ricoverati, si potrebbe entrare in sofferenza. Ci sono in totale per ora quattro medici e un primario oltre al personale infermieristico. Questo è il massimo che ha potuto garantire al momento l’azienda ospedaliera Sam Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno di cui il Da Procida è parte. Fra l’altro , non dimenticihiamo che altro personale medico specialistico potrebbe servire a breve anche per attivare alcuni dei 24 posti letto di terapia intensiva realizzati nei moduli che si trovano nell’area permietrale dell’ospedale di via San Leonardo. Aperto da giovedì scorso al momento ha solo cinque pazienti , ma quella che è molto piu’ di una sensazione fra presupporre che ben presto saranno riempiti non solo i 24 posti ad oggi a disposizione, 18 di degenza ordinaria e 6 di sub intensiva, ma anche gli altri che potrebbero essere attivati se è necessario. Ricordiamo che il Da Procida ha un totale di 120 posti a disposizione ed è già pronta per essere attivata anche la rianimazione al terzo piano con 76 posti che garantirebbero l’assistenza ai malati a varie intensità du cura, dai paucisintomatici a quello che ha bisogno di essere intubato , ma, come sottolinea Barbato, speriamo che non accada. “Al momento , dice ancora il dottore Barbato, sono cinque come detto i ricoverati al Da Procida, tre con pochi sintomi, poca dispnea, poca tosse, ma già il quadro radiologico è impegnato con segnali tipici del covid. Due invece sono in sub intensiva: si tratta di un 91 enne trattato a Vallo della Lucania per un infarto e durante la procedura di angioplastica è stato riscontrata la positività al covid 19. Poi abbiamo una signora di Sarno che ha necessità di assistenza ventilatoria. In questo momento la dotazione di personale riesce a compensare, anche grazie alla disponibilità totale di tutti gli operatori “. Spirito di abnegazione e impegno anche al di là degli orari di lavoro non basteranno comunque se , come si teme, dai 24 posti letto attivati si arrivasse a numeri ben piu’ alti. Intanto un aiuto ad evitare la corsa agli ospedali potrebbe arrivare dalla vaccinazione antinfluenzale che consentirebbe di capire subito se i sintomi sono riconducibili al Covid 19. “Un ‘altro discrimine da non sottovalutare, dice ancora Barbato, è l’anosmia, cioè il non sentire gli odori e i sapori. Queste due condizioni sono estremamente tipiche del covid e saranno un ulteriore segnale a disposizione dei medici per individuare possibili casi di contagio.