Per molto meno De Luca fece cancellare al Ravello festival l’invito a Roberto Saviano. Il problema è che i sindaco Napoli non è De Luca. Con la solità libertà che ci contraddistingue a lato leggerete l’intervento, a difesa di De Giovanni, del direttore artistico di Salerno Letteratura. Che merita un’adeguata risposta. Cita Sciacca, cita Gadda, invoca una persecuzione contro Salerno Letteratura (che non c’è visto che fin qui ci sono state undici edizioni), e non risparmia, lui radical chic -senza chic, tra i radical chic senza chic del suo giro – critiche poco eleganti contro i salernitani che in fondo definisce “il nulla (che piace tanto ai corvi)”, definendoli provinciali. Prova a difendere De Giovanni ma sbaglia proprio tutto. Nessuno ha mai messo in dubbio le sue qualità di scrittore, non c’è bisogno che Carillo lo ricordi. E’ certo che è apprezzato anche dai salernitani, se uno è bravo è bravo. La polemica è sull’uomo De Giovanni: fu lui a dire mesi fa non vengo più a Salerno. Salvo poi ripensarci e presenzaiare in un paio di manifestazioni. Nessuno ha parlato di soldi per la partecipazione: Carillo si inventa le cose. Del resto il ritorno per uno scrittore sono le vendite del libro che possono arrivare da queste presenze. Soldi che vanno all’edtore certo ma ne rafforzano il suo potere contrattuale. E’ chiaro che da un napoletano come Carillo, (‘o cafone ‘e Napule, lui è nativo di San Giuseppe Vesuviano) per citare il grande Gigi Amaturo, non poteva non arrivare che una sterile difesa d’ufficio verso un altro napoletano, schierando il giornale napoletano Il Mattino, dove tra l’altro un suo collaboratore Diego De Silva, è impegnato il 20 giugno proprio con De Giovanni. Facendo schierare la redazione salernitana ma guidata da un giornalista napoletano, contro coloro che hanno denunciato quello che Carillo definisce quasi con una volgare insinuazione peccato di lesa salernitanità. Ci dispiace per lui ma c’è ancora chi difende le proprie radici, la propria storia, che Carillo non conosce nemmeno, che rispetta ma vuole essere rispettato. De Giovanni ha sbagliato: bastava chiedere scusa, sarebbe finita lì. Lui ha iniziato, ha continuato, ha peccato di presunzione. Pur avendo avuto un sussulto di dignità nel rinunciare all’evento. Dignità e rispetto che non mostra Carillo nel rinnovare l’invito a De Giovanni. Non cito Gadda, non cito Sciacca: potrei citare Paolo Isotta, suo amico, ma Paolo non merita di essere associato ad un direttore artistico così poco rispettoso di una città che lo ospita e paga la sua manifestazione. E non faccia la vittima, Carillo, di chi organizza una manifestazione per puro spirito di volontariato. Salerno Letteratura anche quest’anno prende un contributo di 40mila euro da un Comune in fase di dissesto finanziario e che comunque lo paga con i soldi dei salernitani offesi ripetutamente da un suo ospite. Sono pochi? Beh non dimentichiamo il contributo della Regione Campania, soldi che sono molti ma molti di più. Quindi nessuna minaccia velata, come strilla Carillo, ma dati oggettivi. Non si preoccupi, il Comune di Salerno lo pagherà ancora: come detto il sindaco Napoli non è De Luca. Purtroppo.
t.d’a.