di Brigida Vicinanza
“Abbiamo chiesto uno spazio dove poterci incontrare come associazione da circa 8 anni, ma dal Comune ci hanno risposto che locali disponibili non ce ne sono”. Una denuncia, quella di Massimo Staglioli, presidente dell’associazione Movimento Cristiano Lavoratori e Salernitani doc, che cavalca l’onda della vicenda dei fitti e dei locali pubblici dati ad associazioni per canoni di locazioni davvero irrisori, che crea confusione e il tutto privo di un regolamento vero e proprio che detti le linee per modalità, affidamenti e contributi. “Abbiamo protocollato una richiesta 8 anni fa e non ci hanno accontentato nonostante la nostra associazione conti circa 1400 iscritti, ancora una volta 3 anni fa sono tornato a Palazzo di Città con la stessa richiesta e non ci hanno nemmeno risposto – ha sottolineato Staglioli – ma so di associazioni nate circa 2 o 3 anni fa che hanno avuto subito una sede dove poter stare. Inoltre l’elenco fornito da Palazzo Guerra non è completo, molte non sono presenti. E allora con quale modalità vengono assegnate le sedi? Credo che chiederemo l’intervento della Procura in merito a questa situazione, a casa nostra vengono sempre a comandare gli altri”. Una denuncia forte quella di Staglioli, che evidenzia una necessità di regole fisse e chiare. Sulle regole e le modalità di assegnazioni di locali di proprietà del Comune di Salerno si è parlato ieri all’interno della Commissione Trasparenza, presieduta da Antonio Cammarota. Per fare chiarezza e luce sulla questione, denunciata su queste colonne, ci sarà una Commissione straordinaria lunedì dove è stata richiesta dai consiglieri comunali la presenza del responsabile del settore Patrimonio, Amato, che dovrà rispondere sugli spazi, ovvero i luoghi, dati in concessione alle associazioni, mentre a Rosario Caliulo responsabile del settore politiche sociali è stata richiesta una relazione su quelle che sono le associazioni, quindi i soggetti che occupano tali spazi. Di conseguenza, dopo aver letto la documentazione, Cammarota richiederà la presenza anche di Caliulo per discutere sulle criticità riscontrate qualora dovessero esserci. “Faremo un discorso razionale per capire le differenza di canoni, perché magari un’associazione paga 300 euro e un’altra quasi nulla? Quali sono i criteri che si utilizzano oggi e quali devono essere le regole da adottare perché non si possa dire che il contributo dato all’associazione dell’amico? – ha sottolineato Cammarota – questo sarà l’orientamento che la Commissione darà al Consiglio comunale. E’ necessario comunque istituire un albo delle associazioni che faccia da regolamento – ha concluso il presidente della Commissione Trasparenza – alle regole potranno esserci delle eccezioni, ma bisogna istituirle prima”